venerdì 20 giugno 2014

La sinistra che sfida le leggi della matematica e della fisica


E' un mistero o una maledizione ciò che avvolge la sinistra italiana che non conosce pace da quasi cento anni durante i quali aggregazioni fantascientifiche ma soprattutto divisioni l'hanno lacerata in maniera ormai irreversibile. Ecco le tappe fondamentali di questa storia senza fine (da il Fatto Quotidiano)

1921: dal PSI nasce il Partito Comunista d'Italia fondato da Antonio Gramsci
1947: dal PSI si forma il PSLI fondato da Saragat
1964: sempre dal PSI si forma il PSIUP
1969: ancora Saragat da vita al PSDI
1969: in seguito ai fatti di Praga dal PCI si stacca un gruppo che da vita al Manifesto
1991: dal PCI/PDS nasce PRC
1995: da PRC nasce il CU, Comunisti Unitari
1998: Cossuta si stacca dal PRC e nasce il PDCI
2006: sempre dal PRC Ferrando da vita al PCL
2007: dai DS Mussi forma SD
2007: scissione di PRC per dare vita a Sinistra Critica
2008: da PRC si stacca Vendola e nasce SEL
2014: scissione di SEL

Un calvario che essenzialmente dimostra quanto l'Italia fondamentalmente non rappresenti un paese di sinistra ma piuttosto un popolo di centro destra e lo confermano sia 20 anni di berlusconismo e che l'attuale successo del PD ottenuto grazie alla presa del potere all'interno del partito di un ex democristiano. Già dalla sua nascita con Veltroni il Pd aveva abbandonato la sinistra radicale, con Renzi ha completato l'opera non solo continuando a lasciare da parte la sinistra ma spostando al centro anche la politica del partito con alleanze e soprattutto con provvedimento di stampo liberista. Dal canto suo la sinistra non ha saputo fare altro che continuare nelle sue suddivisioni scellerate dettate da insuccessi elettorali che si sono susseguiti dalla scomparsa di Berlinguer in poi. Fu proprio Enrico Berlunguer a capire per primo che l'anima del popolo italiano non era un'anima in linea con le ideologie del comunismo e che la spinta dovuta alla vittoria sulla dittatura fascista anche ad opera dei partigiani presto si sarebbe esaurita lasciando campo libero alle forze capitaliste. Il leader del PCI tentò un avvicinamento all'aria centrista rappresentata dalla Democrazia Cristiana con l'intento di portare finalmente al governo la sinistra ed in qualche modo porre delle correzioni alla linea politica che governava il paese. Quel tentativo fu stroncato con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro fino a che poi con la scomparsa di Berlinguer le scissioni a sinistra ripresero il loro cammino dopo un'interruzione di oltre 20 anni. Dal 1991 in poi è stato un disastro continuo. Mentre le altre che si erano costituite dopo tangentopoli fondavano la loro politica sulla presenza di un leader carismatico che sapesse incantare le folle anche a discapito dei contenuti, a sinistra questa involuzione non si è mai verificata e una delle debolezze è sempre stata la mancanza di un leader con capacità comunicativa al pari dei vari Berlusconi, Bossi e via dicendo. Personaggi privi di contenuti e più attenti all'immagine, alla forma, allo strillare il niente che a proporre veri e propri programmi e progetti di sviluppo della società italiana. I continui insuccessi da parte delle varie formazioni di sinistra hanno così prodotto invece di una aggregazione per tentare di combattere e vincere lo strapotere del centro destra, un continua scissione in decine di rivoli ininfluenti e spesso sconosciuti alla massa. Il Partito Democratico nato contro le più elementari leggi della matematica (ricordate quando alle scuole elementari ci insegnavano che non si possono sommare le pere con le mele) aggregando soggetti di fatto incompatibili, ha trovato oggi il suo leader da contrapporre ad un ormai finito Berlusconi e ad un Grillo vaneggiante che tenta con uno spostamento alla destra estrema di sopravvivere. Allo stesso modo a sinistra si viaggia ormai contro le più elementari legge della fisica dimostrando, che in questa area politica, niente è indivisbile fino ad arrivare alla scissione dello stesso individuo. Tutto questo con il bene placito della maggioranza degli italiani che o si schierano a favore dell'ultimo leader del momento, Matteo Renzi, o rinunciano a schierarsi di fatto contribuendo alla formazione dell'attuale quadro politico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Avere i paraocchi è il limite di quelli che fingono di essere coerentemente di sinistra e che poi contribuiscono fattivamente a mantenere lo status quo. Etichettare gli altri, pensando di stare su un piedistallo in virtù di non si sa quale primato e, soprattutto, non muovendo paglia, cioè non facendo letteralmente nulla per cambiare: in fondo è l'essenza di questo blog. Così Grillo diventa "vaneggiante e di estrema destra" non sulla base di un ragionamento ma semplicemente di un postulato ideologico, sfruttando la disinformazione di sistema che trova in lui il vero antagonista. Questa sinistra di maniera, sfida semplicemnte le leggi della realtà e del buonsenso (senza dover scomodare fisica e matematica...)

antipolitico ha detto...

Grillo non è vaneggiante e di estrema destra sulla base di un ragionamento ideologico ma sulla base delle sue azioni o meglio sulla base di quello che dice e professa. In quanto alla disinformazione lui, Grillo, nè uno dei principali fautori considerato che invita alla non lettura dei giornali e professa la lettura dell'unica fonte "affidabile" ... il suo blog. In quanto a etichettare qui si esprimono solo dei concetti e dei pensieri da parte di chi .... muove più paglie di quanto fanno molti altri.