domenica 15 giugno 2014

Ennesima NON-RIFORMA della Pubblica Amministrazione


La riforma della Pubblica Amminstrazione è uno dei terreni minati nei quali si addentra ogni governo da qualche decenno a questa parte, ma sul quale inevitabilmente ogni governo ha finito per impantanarsi fallendo miseramente nell'operazione. Forse però quella annunciata da Renzi è la riforma più fumosa mai varata, probabilmente persino quella "rivoluzione" fallita di Brunetta era sicuramente più densa di contenuti rispetto a quella del Matteo pensiero. Quindi anche questa riforma entra nel pacchetto degli annunci fatti a febbraio, che prevedevano legge elettorale, lavoro, fisco, pubblica amministrazione e giustizia, e che a giugno dovevano tutti essere approdati a provvedimenti approvati dal parlamento. Annunci che però, a parte i famosi 80 euro che servivano per le elezioni europee, sono rimasti tali sia perchè non ancora definitivamente approvati, ma anche perchè i loro contenuti rappresentano tutt'altro che delle riforme. Quest'ultimo in ordine di tempo che riguarda la pubblica amministrazione rappresenta poi il meno riformatore di tutti. Il provvedimento infatti si limita a sancire la mobilità dei dipendenti pubblici, la licenziabilità dei dirigenti, il taglio dei permessi sindacali. Ma tutto questo inciderà sul funzionamento della Pubblica Amministrazione ? Assolutamente no. Anche perchè la vera riforma della PA sarebbe una ed una sola: semplificazione della legislazione sia in termini di numero di norme sia in termini di semplicità delle norme stesse. Il funzionamento della macchina amministrativa pubblica è regolato dalle norme a livello nazionale, regionale e comunale. Fino a quando queste norme sono in numero esorbitante e soprattutte sono complesse e di diversa interpretazione sarà difficile se non impossibile dare seguito ad una riforma della PA che consenta alla macchina amministrativa di funzionare in maniera efficiente e rapida. La burocrazia nasce proprio per opera del legislatore e non per autoriproduzione, quindi un politico che intende cambiare la pubblica amministrazione diminuendo la burocrazia non dovrebbe far altro che prima di ogni altra cosa riformare se stesso. Non è certo spostando qualche dipendente pubblico di qualche decina di chilometri, o tagliando le garanzie sindacali oppure minacciando i dirigenti pubblici che si ottiene una macchina più efficiente: il motore della macchina rimane sempre lo stesso e se non si cambia il motore non cambierà niente. Ecco allora che l'ennesimo annuncio di Renzi e l'ennesima bozza di riforma si rivela in realtà l'ennesima NON riforma che anche se fosse poi portata a termine non inciderà minimamente sul funzionamento dello stato e delle istituzioni sia a livello centrale che locale. Almeno Brunetta aveva cercato di modificare in qualche modo le procedure, ma rimanendo inalterate le leggi e le normative anche quel progetto è miseramente fallito, come del resto sono falliti tutti i precedenti.

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