lunedì 9 giugno 2014

L'ennesimo harakiri della sinistra italiana


Ad ogni tornata elettorale ormai la sinistra italiana deve fare i conti con la sua fine da tempo annunciata, e dopo ogni risultato elettorale in qualche modo la fossa dentro la quale sta scivolando si fa sempre più profonda. Lo scavo di quella fossa è iniziato con la nascita del Partito Democratico, quando i dirigenti del più grande partito europeo di sinistra scelsero di abbandonare quella ideologia dando vita ad un carrozzone su quale salirono i personaggi politici più disparati che con la sinistra avevano poco a che fare. Successivamente Veltroni decise di spingere nella fossa appena preparata quella parte della sinistra che non salì sul carrozzone, e contemporaneamente inviò al massacro il Partito Democratico che perse miseramente le elezioni del 2008 a favore del centro destra di Lega e Pdl fortemente coeso. Da quel momento in poi fu un calvario continuo costellatto di divisioni, scissioni, liti interne che hanno dato vita a una frammentazione continua la cui consequenza è stata la sparizione totale dal parlamento e dalle istituzioni (se si esclude Sel di Vendola che ha tentato di agganciarsi al Pd per non scomparire definitivamente). Le ultime elezioni europee non sono altro che l'ennesimo colpo alla credibilità di ciò che ancora resta della sinistra italiana. Incapace di dare vita ad un cartello unitario proprio, le varie formazioni della sinistra si sono appoggiate alla lista del greco Tsipras presentando agli elettori personaggi della società civile a partire dalla capolista del centro e del sud, Barbara Spinelli. E fin qui niente di particolarmente scandaloso. L'avventura però inizia male in quanto la Spinelli dichiara subito che, qualora eletta, non andrà al parlamento europeo come nella peggiore tradizione dei politici italiani. Da sempre alle elezioni europee i partiti italiani presentano dei capolista che sono solo degli specchietti delle allolodole per catturare voti ma poi loro, i capolista, non vanno al parlamento europeo. Ma l'aspetto più deprimente sta nel fatto che poi gli elettori sprecano il loro voto di preferenza per questi personaggi e questo la dice lunga sull'utilizzo di uno strumento democratico come la preferenza da parte degli italiani. Quindi la Spinelli parte subito con il piede sbagliato allineandosi alla peggiore tradizione dei politici italianai. La Lista Tsipras in Italia supera poi la soglia del 4% e manda nel parlamento europeo tre rappresentanti. Barbara Spinelli ottiene un numero considerevole di preferenze sia al centro che al sud e risulterebbe eletta e quindi iniziano le pressioni su di lei perché "rinneghi" la decisione di rifiutare l'elezione. Ed eccoci al ribaltone che finisce per screditare definitivamente la credibilità della Spinelli che torna indietro e decide di andare a Bruxelles. Ennesima brutta figura della sinistra che scatena le polemiche soprattutto alimentate da Sel che vede in questo modo estromesso il proprio rappresentante dal parlamento europeo. In meno di due settimane siamo di nuovo alle liti all'interno della sinistra che, dopo aver dato vita ad un cartello che sembrava rappresentare un nuovo punto di partenza, non fa altro che dare origine a nuovi dissapori e probabilmente alla fine anticipata di quel progetto. Il tutto naturalmente a discapito di quella pattuglia di elettori che o avevano creduto nel progetto o lo avevano appoggiato semplicemente come il meno peggio del panorama politico italiano. Ormai la fossa sta per essere definitivamente coperta e dimenticata.

1 commento:

Anonimo ha detto...

... una pattuglia di elettori ottusi che evidentemente non va più d'accordo neppure con se stessa... e che, mentre gli altri continuano indisturbati a rubare, riescono a malapena a fissare il proprio ombelico... per fortuna è darwinianamente sparuta.