giovedì 19 settembre 2013

Tristezza, rabbia, vergogna per un paese sotto ricatto di un pregiudicato


Dopo venti anni sono finite le parole, è finita l'indignazione e sono rimaste solo rabbia e vergogna di vivere in un paese governato ormai da due decenni sotto il ricatto di un pregiudicato che ha fondato il proprio successo imprenditoriale sulla corruzione e sulla frode fiscale, ma che probabilmente sarà condannato anche per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile oltre ad essere incriminato per corruzione politica. Altro che accanimento della magistratura, toghe rosse e odio della sinistra, siamo davanti ad un uomo che, sfruttando il proprio potere ecomico e finanziario ottenuto grazie alle sue azioni illegali, ha conquistato il potere e lo ha mantenuto ancora una volla corrompendo gli avversari politici. Ma la vergogna maggiore è l'incapacità del paese, della parte sana del paese, di ribellarsi al potere di questo pregiudicato. Incapacità certificata da quella parte del paese che ancora ripone in quest'uomo la propria fiducia nonostante la certezza che si tratta di un delinquente, incapacità della parte sana del paese che non trova la forza di chiedere a gran voce che si tolga dai piedi e non solo dal parlamento ma dalla politica in generale, incapacità poi della politica di far fuori per sempre questo impostore senza scrupoli. Anzi siamo nella condizione che coloro che hanno ricoperto il ruolo di avversari politici in questi venti anni, oggi governano insieme a lui e sono trattati a pesci in faccia dagli ex nemici. L'elettore del Partito Democratico è oggi il cittadino più preso in giro e più violentato dalla situazione politica attuale. Ed oggi il Pd, insieme alla magistratura ed alle istituzioni tutte, è stato preso a schiaffi in faccia dal condannato e non si capisce come possa ancora rimanere nello stesso governo del codannato e soprattutto rimanga in silenzio a prendere botte da un condannato come tutti i condannati professa la priopria innocenza. Ma il silenzio è totale. A partire dal M5S e dal suo santone, pronti a prendersela con la presidente della camera, a salire sui tetti ma non ha spendere una parola per un atto eversivo e vergognoso, soprattutto per i suoi contenuti, come quello del videomessaggio odierno. E se ne sta zitto il Presidente della Repubblica che avrebbe dovuto alzare la voce contro certe affermazioni contro la magistratura che ha avuto la sfrontatezza di condannare in via definitiva un evasore fiscale che ha ricevuto 7 milioni di voti alle ultime elezioni, come se il voto costituisse una sorta di immunità giuridica. Inutile vantarsi di riuscire a portare a termine imprese mai tentate se poi lasciamo libero un politico pregiudicato di lanciare i suoi messaggi contro la democrazia, contro il popolo, contro le istituzioni e non reagire di fronte a questo attentanto al paese.

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