lunedì 16 luglio 2012

Nemmeno Grillo ci salverà ....



I danni arrecati al paese dal ventennio berlusconiano sono incalcolabili ed annidati in ogni settore della vita politica, sociale e culturale del paese. Non si tratta solo di tre governi disastrosi culminati con la sostituzione con il governo dei tecnici per tentare il salvataggio di un paese sull'orlo della bancarotta, ma piuttosto di sistema di potere, di comportamento e di costume che alla fine come un virus infido ha finito per contagiare ogni ganglio delle istituzioni e della nostra società. Due sono gli aspetti fondamentali che stanno salendo agli onori della cronoca dela costume berlusconiano: il disconoscimento di alcuni poteri istituzionali ed in particolare della giustizia e la pratica dell'offesa e della ridicolizzazione dell'avversario politico. Oggi l'attacco alla giustizia arriva addirittura da parte della più alta carica dello Stato, il Presidente della Repubblica. In perfetto stile berlusconiano, Giorgio Napolitano, in merito alle intercettazioni telefoniche che lasciano intravedere una collusione fra Stato e Mafia, non ha trovato di meglio che seguire la stretagia del superinquisito di Arcore: sollevare il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzione nei confronti della Procura di Palermo. Quindi non seguire la strada della chiarezza e del raggiungimento della verità una volta per tutte, ma piuttosto impedire il lavoro di una procura che indaga su un fatto molto delicato e pericoloso per tutto lo Stato. E questo al fine di garantire il silenzio su eventuali collusioni con la mafia che arrivano fino alla più alta carica dello Stato. E' un fatto senza precedenti che da adito a pericolose interpretazioni e sospetti, sospetti che in alcuni casi sono quasi delle certezze in quanto appare impossibile che una organizzazione malavitosa come la mafia possa prosperare per decenni senza una collusione stretta con gli organi di potere. Ma Napolitano ha preferito seguire le gesta di Berlusconi piuttosto che dare al popolo italiano una speranza di verita'. Gli insegnamenti del dittatore di Arcore però non sono stati presi in prestito solo dal Presidente della Repubblica, ma anche da colui che in questi ultimi mesi sembrerebbe colui destinato ad abbattere ed intaccare i privilegi della casta politica. Il nuovo santone della politica italiana, Beppe Grillo, si appropria di un'altra arma della strategia berlusconiana, quella dell'offesa e della ridicolizzazione dell'avversario. E lo fa prendendo di mira un personaggio che già è stato oggetto di improperi da parte del cavaliere: il presidente del Pd Rosy Bindi. Berlusconi fece un paragone fra intelligenza e bellezza della leader politica, Grillo cade nella stessa volgarità dichiarando che la Rosy non ha mai avuto problemi di convivenza con il vero amore. Sinceramente per quanto mi riguarda non si tratta di una novità in quanto spesse volte ho intravisto nello stile di Beppe Grillo lo stile del vecchio Berlusconi, con una sola differenza a vantaggio del cavaliere: Silvio almeno ci metteva e ci mette la propria faccia, Grillo spara sentenze e poi manda avanti gli altri. Ma il suo stile ricalca pari pari lo stile berlusconiano: condotta dittatoriale del partito o movimento come lo si voglia chiamare, slogan e parole d'ordine che potrebbe lanciare chiunque ma  alle quali un leader politico dovrebbe far seguire un progetto per la loro realizzazione. La situazione è questa ed il quadro è talmente deprimente che non appare difficile provedere una nuova vittoria del vecchio Berlusconi magari affiancato dalfinto-nuovo Grillo che stringeranno ancora una volta il paese in una morsa stritolatrice. Il tutto sotto gli occhi di una sinistra o presunta tale che o cerca alleanze improponibili e si balocca in seghe mentali alla ricerca di un passato che non tornerà piu'. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Troppi pregiudizi, secondo l'ipocrisia dominante dispensata a piene mani dall'oligopolio partitocratico Rai-Mediaset. Attaccare Grillo per le sue invettive pure di cattivo gusto (anche quella magari antipatica contro la Bindi)vuol dire non capire il dramma in cui la partitocrazia ci ha sprofondati. Equiparare Grillo a Berlusconi è poi la mossa disperata di Bersani & c. per nascondere il proprio vuoto culturale e la totale omologazione alla politica del centrodestra: ma è un colossale idiozia da tutti i punti di vista; basta rifletterci un attimo.
Oggi per cacciare questa Casta di parassiti incapaci, anche le battutacce di Grillo sono benvenute: se no fatti piacere, se ci riesci, gli alti moniti di Napolitano...

antipolitico ha detto...

Caro anonimo che non hai nemmeno il coraggio di firmarti e non sai opporre altre argomentazioni che l'offesa .. la Casta sta dove sta perchè gli italiani .. probabilmente tu compreso .. fino ad ora l'hanno votata e mantenuta al proprio potere. Accettare le battutacce e le offese da qualsiasi parte vengano (ti ricordo che è lo stesso metodo usato d Berlusconi per questo sono esattamente sullo stesso piano) significa semplicemente scendere sul loro stesso terreno ma soprattutto non avere argomenti seri da contrapporre. In quanto a Napolitano se avessi letto bene il post avresti capito che nemmeno i suoi moniti sono di mio gusto .. Su Bersani poi non spendo piu' parole .. come sarebbe stato opportuno non spendere verso chi sa esclusivamente dare dell'idiota senza portare argomenti.