lunedì 19 luglio 2021

La tecnologia senza cultura può diventare dannosa

 

L'amore per la tecnologia ed in particolare per l'informatica sbocciò per caso.

La scelta del corso di laurea in Scienze dell'Informazione la feci per esclusione valutando l’impegno richiesto dalle varie Facoltà per poter continuare a giocare a calcio. Il colpo di fulmine arrivò dopo pochi mesi: ero alle prese con un terminale collegato ad un grosso calcolatore e mi stavo cimentando nella prima esperienza di programmazione Fortran. Dopo un'ora circa di inutili tentativi finalmente ottenni il risultato voluto: un semplice programma in grado di realizzare un grafico su carta di una qualsiasi funzione matematica. L'emozione nel vedere la telescrivente che, con la sua pallina impazzita, stampava sul foglio bianco la funzione inserita fu qualcosa di indescrivibile. La strada intrapresa casualmente era quella giusta.

Alla fine degli studi sfruttai l'opportunità di entrare nel mondo universitario non più come studente ma come lavoratore. Una scelta non casuale ma azzeccata che mi ha consentito di rimanere in contatto con un mondo, quello dell'informatica e delle tecnologie della comunicazione, che si andava evolvendo in maniera sempre più veloce.

Nel 1988 altra grande emozione: la mia prima email. Scrivere un messaggio ad un destinatario oltre oceano e ricevere la risposta nel giro di pochi minuti fu un evento indimenticabile del quale sicuramente ancora non avevamo la percezione della reale portata.

Nel 1996 entro in contatto per la prima volta con la vera rivoluzione nata pochi anni prima: il World Wide Web. La tecnologia realizzata nel 1989 al CERN di Ginevra da Tim Berners-Lee consente di condividere e consultare documenti attraverso computer collegati in rete e utilizzando un apposito programma (il browser). Il primo sito internet (un computer che aveva nel suo archivio documenti consultabili da chiunque) nasce nel 1991 ma la nuova tecnologia prende vita nel 1993 quando si realizza Moisaic il primo browser in grado di visualizzare testi ed immagini. Il vero potenziale di questa nuova tecnologia era la sua disponibilità per chiunque. Scrive Berners-Lee “Se la tecnologia fosse stata proprietaria e sotto il mio totale controllo, probabilmente non sarebbe decollata. La decisione di rendere il web un sistema aperto fu necessaria per renderlo universale. Non puoi proporre qualcosa come uno spazio universale e al tempo stesso mantenere il controllo su di esso”. Dopo pochi anni chiunque fu anche in grado di realizzare un sito web attraverso il quale condividere testi, immagini, audio e video. Una vera rivoluzione soprattutto per chi come me aveva conosciuto uno strumento di conoscenza cartaceo come l'enciclopedia. Mio padre acquistò Conoscere, una enciclopedia di tipo familiare in circa 20 volumi, ma ne esistevano anche di più complete e voluminose oltre che costose. Ora quel mondo era racchiuso tutto dietro uno schermo ed un tastiera (nel frattempo si erano diffusi i personal computer, altra rivoluzione questa volta in termini di macchine) attraverso il quale si era in grado di reperire qualsiasi informazione e qualsiasi notizia.

Purtroppo il punto di forza del web e di quella tecnologia, la gratuità e la disponibilità per tutti, si sta dimostrando anche il suo punto debole. Oggi chiunque può entrare in rete, realizzare un sito web e riempirlo di notizie, documenti, immagini, filmati di quallsiasi genere. Peggio ancora. Senza preoccuparsi di mettere in piedi un sito, chiunque puòiscriversi ad un social, anche mascherandosi sotto una falsa di identità, e iniziare a riempire il proprio spazio di qualsiasi notizia e informazione. Grazie a questa opportunità mentre prima del web le sparate senza fondamento erano relegate al bar e rimanevano all’interno del gruppo ristretto di amicizie del "sapientone" di turno, oggi sono messe in una piazza virtuale a disposizione di chiunque e più le sparate sono false e senza fondamento e maggiormente si diffondono.

Ecco che così siamo venuti a conoscenza dei terrapiattisti, delle scie chimiche, dei complottisti del 5G e di una serie interminabile di fake new che hanno invaso il web e che spesso sono rilanciate senza alcuna verifica. In questo scenario è arrivata la pandemia e se ne sono viste di tutti i colori anche da parte di chi avrebbe avuto gli strumenti per evitare il diffondersi di notizie false. Senza ricordare “Qui di Covid non ce n’è”, che le mascherine non servono a niente, che il distanziamento non serve, che è tutto un disegno per limitare le nostre libertà, dopo nemmeno un anno dalla comparsa del virus sono arrivati i vaccini, ed allora le fake news si sono spostate sulla reale efficacia e/o sulla pericolosità dei vaccini stessi. Complice anche un’informazione contradditoria da parte di coloro che avrebbero avuto la responsabilità di informare correttamente, oggi una non indifferente percentuale della popolazione non intende vaccinarsi. Le ragioni sono le più diverse ed ancora una volta astruse e prive di fondamenti scientifici:


  • non sappiamo cosa c’è realmente dentro i vaccini (come se tutti fossero “esperti” della reale composizione di un qualsiasi altro farmaco)

  • il vaccino favorisce le mutazioni del virus (esattamente il contrario di ciò che avviene)

  • anche i soggetti vaccinati contraggono il virus e quindi il vaccino è inutile (come qualsiasi farmaco anche il vaccino non ha un’efficacia al 100% per cui in alcuni casi non funziona e il soggetto vaccinato può contagiarsi ma non in maniera grave)

  • è un complotto delle case farmaceutiche che così guadagnano sulla nostra salute (perché gli altri farmaci di cui facciamo uso giornalmente chi li produce ?)


Ora pensate che cosa sarebbe accaduto se il vaiolo, la poliomelite, la difterite si fossero diffuse negli anni attuali, quelli di internet e del web: probabilmente l’umanità si sarebbe estinta mentre qualche “intelligentone” lanciava l’allarme sui farmaci scoperti per contrastare la diffusione di quelle malattie. Invece, appena sono stati scoperti i vaccini, tutti ci siamo vaccinati anche grazie all’obbligatorietà e quelle patologie sono state finalmente sconfitte.

Come si esce da questa situazione ? In un solo modo: con la cultura. I terrapiattisti, i negazionisti, i no-vax sono il frutto di un’ignoranza diffusa spesso purtroppo agevolata dalla politica che utilizza queste persone per la propria propaganda. E pensare che la stessa tecnologia (internet e web) che contribuisce alla diffusione di fake news e falsità di ogni genere, potrebbe essere utilizzata da chiunque e in breve tempo per verificare la veridicità di un’informazione, ma anche per questa semplice operazione ci vogliono due capacità non comuni: la curiosità e la capacità di comprendere ciò che si legge, in una sola parola un’adeguata istruzione.


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