giovedì 13 febbraio 2020

Salvini-Gregoretti: evitata un'altra umiliazione del parlamento


La votazione in Senato con la quale si è autorizzato il processo all'ex ministro Salvini per il caso della nave Gregoretti, di fatto ha evitato un altra umiliazione del parlamento. Il famoso detto popolare non c'è due senza tre non si è avverato. I precedenti sono infatti altre due votazioni di questo genere: la prima quando si evitò a Berlusconi il processo con una votazione il cui significato era che la famosa marocchina Ruby fosse la nipote di Mubarak, la seconda quando Salvini fu salvato dal processo sentenziando che aveva agito negli interessi nazionali salvaguardando i confini italiani da .. una nave militare italiana. Quella votazione, in quel caso la nave era la nave Diciotti, si stava per ripetere con il caso della nave Gregoretti. Stessa vicenda se pur con qualche differenza. Una nave della marina militare italiana, la Gregoretti, salva degli immigrati che stanno per annegare durante il tentativo di raggiungere l'Italia dalla Libia via mare. La nave chiede un porto di attracco ed l'allora ministro degli interni Matteo Salvini, impegnato al Papeete Beach, tiene segregati quegli uomini sulla nave stessa fino a quando non interviene la magistratura obbligando lo sbarco per motivi sanitari. La stessa magistratura poi interviene ancora ed il tribunale dei ministri chiede l'autorizzazione a processare l'ex ministro per sequestro aggravato di persona. A propria difesa Salvini dichiara di aver difeso i confini del proprio paese "La difesa della patria è un sacro dovere, ritengo di aver difeso la mia patria, non chiedo un premio per questo ma se ci deve essere un processo che ci sia". Siamo al ridico paragonabile solo al precedente di Ruby. Un ministro che difende i confini della patria dall'invasione di 130 disperati che si trovano già all'interno dei confini del paese trovandosi su una nave della marina militare italiana. I confini dell'Italia sarebbero stati messi a rischio dai propri militari come se si trattasse di un colpo di stato militare. Per difendersi Matteo Salvini è passato poi dal ridicolo della difesa dei confini alla pietà, allo squallore, all'ulteriore ridicolo mettendo in mezzo in un dibattito all'interno del parlamento italiano i propri figli. Segno della disperazione, dell'inadeguatezza e della vigliaccheria di un uomo al quale qualcuno sta addirittura pensando di dare in mano le sorti del paese. L'ex ministro conclude la sua difesa in Senato con il colpo di teatro e con l'ennesimo cambio di rotta: è passato dal chiedere ai suoi uomini di votare in commissione a favore del processo, al chiedere ai propri senatori di uscire dall'aula al momento della votazione. E' un uomo instabile con seri problemi mentali. Dispiace solo che la brutta figura al Senato sia stata evitata grazie solo ad un altro volta faccia, che ormai però non fa più notizia, di coloro che si sono presentati al paese come campioni di coerenza ma che hanno imparato molto presto a comportarsi come tutti gli altri partiti politici: il Movimento 5 Stelle. I grillini votarono contro il processo a Salvini nel caso della Diciotti e ieri hanno invece votato a favore. A parte qualche piccola diversità fra i due casi, la motivazione principale è che nel caso della Diciotti la Lega era al governo con il M5S, mentre oggi sta all'opposizione. Coerenza oppure opportunità politica ?

Nessun commento: