giovedì 20 febbraio 2020

Il problema non sono le regole ma i politici italiani


Quello che sta accadendo in queste ultime settimane nel governo e nella maggioranza che lo sostiene porta qualcuno a pensare che il problema siano le regole della politica (in particolare le legge elettorale) o addirittura la Costituzione e che quindi regole e Costituzione debbano essere cambiate. In realtà in questi ultimi 30 anni, dopo che dalla nascita della Repubblica si è sempre votato col sistema proporzionale, si è provato di tutto dal maggioritario più o meno spinto più o meno costituzionale, ad un sistema ibrido come quello attuale. Ma la politica e il paese hanno funzionato meglio ? NO. Per quanto riguarda la Costituzione ci sono stati due tentativi, uno di Berlusconi ed uno di Renzi. Entrambi avrebbero voluto ridurre il potere del parlamento per dare più poteri ad un presidente del consiglio eletto direttamente, ma le due proposte dopo essere passate in parlamento sono state bocciate dai referendum confermativi. In realtà il vero problema di questo paese ormai da quasi 30 anni è la classe politica che è diventata sempre meno qualificata, sempre meno adeguata a governare un paese che sarebbe uno degli 8 paesi più industrializzati del mondo ed uno dei fondatori dell'Unione Europea. Ogni partito politico fa proposte per affrontare un problema di un tipo e di un tipo esattamente opposto a seconda che sia al governo o all'opposizione. I parlamentari cambiano partito e/o gruppo parlamentare come si cambia la maglietta della salute ogni giorno passando allegramente da destra a sinistra e/o viceversa passando per il centro. Nascono gruppi parlamentari, questi si che nessuno ha eletto, come funghi in un settembre assolato e piovoso, fregandosene di essere stati eletti perché appartenenti ad un determinato partito. Propongono regole, leggi elettorali e/o riforme costituzionali, non perseguendo l'obiettivo di una maggiore efficienza della democrazia o della macchina dello stato quanto piuttosto a seconda della propria convenienza. Lo spettacolo al quale assistiamo in questi ultimi giorni è desolante. Il parlamento ha approvato la riforma costituzionale, proposta da Lega e M5S, che riduce il numero dei parlamentari, e quindi la rappresentatività e la democrazia, con la scusa della riduzione della spesa. Una risparmio che si quantificherebbe in 1 EURO/ANNO per ogni cittadino. Ma davvero il popolo italiano è disposto a farsi tagliare la rappresentatività democratica in virtù di un simile risparmio di spesa ? A livello parlamentare sta accadendo di tutto. Dopo che il bullo Matteo Salvini ha abbandonato il governo ad agosto pretendendo di andare al voto il giorno di ferragosto per ottenere pieni poteri, si è formato un nuovo governo M5S-PD-LEU grazie all'altro Matteo che a spinto il Partito Democratico ad allearsi con gli eterni nemici. Tre giorni dopo che il nuovo governo è stato formato, Renzi ha lasciato il Pd dando vita ad un nuovo partito, Italia Viva, e portandosi dietro un paio di ministri ed un manipolo di deputati e senatori. Da quel momento il bullo di Rignano ha iniziato la sua guerra personale contro Conte esplosa in tutto il suo fragore con il problema prescrizione, e contemporaneamente ha iniziato ad assoldare nuove truppe per il suo gruppo attingendo in ogni dove. Per finire in queste ore con la sua proposta shock: il premier eletto direttamente dai cittadini strizzando l'occhio a Meloni, Salvini e Berlusconi da sempre favorevoli a questa riforma costituzionale. Il centro destra poi ha tentato un referendum, per fortuna dichiarato non ammissibile, per tornare ad un sistema maggioritario che sarebbe una vera e propria sventura se poi passasse il taglio dei parlamentari.

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