giovedì 17 maggio 2018

Contratto di governo ... ovvero dilettanti allo sbaraglio


Mettiamo per un attimo da parte la pantomima che va avanti da giorni e che segue questo cannovaccio: al mattino Di Maio dichiara che in giornata arriverà il contratto M5S-Lega per il futuro governo, all'ora di pranzo Salvini poi twitta che il più è fatto e che in serata arriverà il contratto, alla sera poi entrambi dichiarano che nella notte saranno risolti gli ultimi punti. E così via ciclicamente come quel film nel quale il protagonista riviveva infinitamente la stessa situazione senza mai uscirne. La sintesi di questa buffonata si è avuta lo scorso weekend quando entrambi hann chiesto un incontro con il Presidente della Repubblica perché ormai era tutto pronto salvo poi chiedere a Mattarella un'altra settimana, anche perché a Mattarella non hanno portato un punto essenziale del futuro governo: il nome del Presidente del Consiglio. Sorvoliamo anche sulle cavolate scritte (molte) e sugli aspetti positivi (pochi) di questo benedetto contratto (dopo la rottamazione di memoria renziana ecco un'altra "puttanata" della politica italian: un contratto per predisporre un accordo di programma per governare il paese) in quanto il parere può essere diverso a seconda del proprio pensiero politico. Gli aspetti che identificano gli estensori di questo fantomatico contratto sono quelli che cozzano contro la Costituzione o che addirittura sono anticostituzionali. Il primo riguarda il "Comitato di Conciliazione" destinato a redimire le diatribe sul contratto fra i due contraenti, una specie di superpartes che si collocherebbe addirittura al di sopra del governo e del presidente del consiglio. Una scemenza unica nel suo genere che solo un incompetente può pensare e/o prevedere. Questo Comitato fra l'altro dovrebbe riunirsi ogni volta che il govenro si trovasse ad affrontare un problema non previsto dal contratto per stabilire, in dieci giorni al massimo, come comportarsi in presenza di un tale problema. Insomma il governo non avrebbe alcuna possibilità di affrontare problematiche non previste dal contratto e qualora si presenti la necessità di affrontarne una, sarà il Comitato di Conciliazione a decidere. Il secondo punto sta nell'introduzione del vincolo di mandato: il parlamentare non può votare in maniera diversa da quanto previsto dal proprio partito mentre la Costituzione prevede proprio che non esista questo vincolo. Se davvero fosse introdotto significherebbe che in parlamento basterebbe un raprpesentante per ogni partito con a disposizione un numero di voti pari ai seggi ottenuti, sai che risparmio. Il tutto per limitare i cambi di casacca che sarebbero molto semplici: cambi partito con il quale sei stato eletto ? bene lasci il parlamento ... semplice e lineare. Anche se poi i cambi di partito si eliminano in un solo modo: reintroducendo le preferenze in modo che il parlamentare debba rispondere ai propri elettori. Terzo ed ultimo punto riguarda la figura del presidente del consiglio totalmente assente da questa trattativa per la definizione del fantomatico contratto, come se il capo del governo fosse nell'ordinamento della repubblica italiana un mero escutore di punti programmatici e non la figura prevista dall'Art. 95 della Costituzione: "Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri." Ora va bene che il duo Salvini-Di maio è alla prima esperienza di governo ma entrambi, in quanto parlamentari italiani, dovrebbero quantomeno conoscere la carta Costituzionale e quindi operare nei limiti previsti dalla stessa. Invece questi due dilettanti pensano addirittura di scrivere la storia senza sapere che la stessa storia si può scrivere in molti modi e sicuramente il duo non sarà ricordato come un esempio limpido di statisti.

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