lunedì 10 aprile 2017

La magistratura fa politica .... per fortuna





Ormai nel panorama politico italiano esiste un solo grande attore che la fa da padrone: la magistratura. Non per sua volontà o per ingerenza o a causa dei magistrati che passano liberamete da un campo ad un altro come qualcuno potrebbe pensare, ma solo ed esclusivamente per incapacità della politica italiana a governare un paese democratico moderno. Le sentenze di incostituzionalità dei provvedimenti presi dai vari goveri ce si sono succeduti in questi ultimi anni non si contanto più: dalle leggi ad personam di Berlusconi passate come riforme della giustizia, alle leggi elettorali sia del centro destra che del Pd (il famoso Italicum che doveva essere la legge che tutti ci avrebbero copiati in europa e nel mondo). Oggi tocca anche al M5S e a Grillo che aveva escluso dalla competizione elettorale per il Comune di Genova la vincitrice delle consultazioni on line. La candidata era stata esclusa con un semnplice "Fidatevi di me" da parte di Grillo, una giustificazione che in uno stato di diritto non era difficile stabilire che sarebbe stato insufficiente per annullare il risultato di una consultazione. La politica naturalmente si lamenta di questa continua ingenrenza, ma è un'ingenerza forzata dovuta da una parte all'incapacità della politica stessa a fare il proprio mestiere, dall'altra all'inadeguatezza ed alla mancanza di professionalità per ricoprire determinati ruoli istituzionali. D'altra parte con il passaggio dai partiti come luoghi dai quali ha inizio la democrazia, luoghi di discussione, di dibattito, di crescita e di formazione, ai partiti di tipo padronale nei quali comanda il capo che è sordo rispetto alle critiche interne era quasi inevitabile che ci fosse uno scadimento totale nelle capacità della classe politica. Ai partiti padronali per tradizione come Forza Italia, La Lega e M5S (ultimo nato anche se forse il più padronale di tutti) si è poi aggiunto il Partito Democratico di Renzi che forse è il più subdolo e ingannevole da questi punto di vista. Il partito infatti nasconde sotto una falsa democrazia, quella delle primarie, la propria vocazione padronale dovuta al fatto che Matteo Renzi ha sempre considerato come l'elezione attraverso le primarie come una specie di investitura divina che gli consente di guidare il partito diventando sordo a tutte le componenti del partito stesso. Dimenticando che le primarie volute da Renzi sono aperte a chiunque abbia voglia di sborsare 2 euro e che quindi non si tratta di un momento di democrazia, ma più che altro di un momento di inganno totale verso gli iscritti al Pd che non contanto assolutamente alcunché rispetto a qualsiasi altro cittadino. Insomma anche il Pd è diventato un partito padronale e continuerà ad esserlo se rischia per la seconda volta di avere come segretario l'ex sindaco di Firenze.

1 commento:

��__ __ �� ha detto...

Simpatico e molto veritiero.