martedì 21 marzo 2017

La democrazia perduta .... della prima repubblica






Fra le tante cose perdute nella tanto bistrattata prima repubblica si può annoverare sicuramente la democrazia all'interno delle varie formazioni politiche. I partiti si sono trasformati e non rappresentano più quella base democratica sulla quale poi costruire lo stato democratico. Oggi quelle basi scricchiolano paurosamente almeno per quelle formazioni politiche che rappresentano la maggioranza nel paese. I fattori che hanno portato a questo scadimento sono molteplici e non ultimo la cancellazione del voto di preferenza lasciando in mano al capo del partito la formazione delle liste bloccate. C'è anche una naturale "propensione" per l'italiano medio ad "affidarsi" al più forte, a quello che "imbambola" maggiormente con le chiacchiere piuttosto che con i fatti oppure a litigare su qualsiasi questione senza poi magari trovare un punto d'incontro nemmeno all'interno dello stesso gruppo che sia un partito o un gurppo di qualsiasi altro genere. Nei partiti della prima repubblica c'erano le assemblee nazionali o i comitati centrali che si svolgevao dopo una consultazione della base dove per base naturalmente si intendevano gli iscritti al partito. Era un lavoro che mai era portato alla ribalta dell'informazione pubblica in quanto si svolgeva all'interno del partito stesso senza darne pubblicità all'esterno, ma la democrazia era garantita pur se confinata nella formazione politica. Oggi per assurdo che tutto viene diffuso, a volte prima ancora che accada, attraverso i social, i blog, i tweet la totale assenza della democrazia è palese anche se a volte mascherata in maniera ipocrita attraverso votazioni on line o svolte in maniera tradizionale. E così ci ritroviamo un partito, Forza Italia, di tipo padronale che dopo oltre 20 anni di Berlusconi si ritrova ad aspettare che lo stesso sia riabilitato dalla Corte Europea per rilanciare nella mischia l'ex cavaliere. Qualcuno timidamente in Forza Italia ogni tanto prova a chiedere le primarie ma viene subito messo a tacere dai leccapiedi di Silvio che rimarranno tali anche dopo la sua dipartita quando probabilmente verrà mummificato per poter continuare a guidare il partito. Poi abbiamo il Partito Democratico che per dare "contenuto" a quella parola ha deciso di scopiazzare le primarie americane quando si decidono quali leader, repubblicano e democratico, andranno alle elezioni per la preseidenza degli Stati Uniti. Ma siamo in Italia e, dopo aver aperto le primarie a chiunque voglia andare a votare e non solo agli iscritti al partito come sarebbe giusto, si è assistito ad un mercato del voto rendendo quel momento un autentica buffonata. Per loro consentire il voto a tutti è una dimostrazione di democrazia piuttosto che una presa in giro per gli iscritti che corrono il rischio di vedere eletto un segretario non scelto dagli iscritti stessi quanto piuttosto da chi con il partito non ha niente a che fare (come è accaduto con Renzi e come rischia di accadere di nuovo). Infine ecco l'ultimo arrivato, il Movimento 5 Stelle, quello che è arrivato in parlamento con lo slogan "uno vale uno", salvo poi buttare fuori quell'uno quando non la pensa come il padrone del M5S Beppe Grillo. In questi giorni, ma era accaduto anche in altre circostanze, sono state addirittura annullate le primarie per il comune di Genova in quanto il vincitore non era gradito a Grillo, quindi votazione annullate, uso del marchio tolto al vincitore e nuova tornata elettorale con un unico candidato. Questo è il concetto di democrazia che vige nelle formazioni politiche più quotate almeno nei sondaggi ... possono queste formazioni garantire la democrazia nel paese qualora arrivassero al governo ? Impossibile.

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