domenica 2 dicembre 2012

Sallusti ... ovvero quando la casta passa alla provocazione


Uno dei tanti disastrosi effetti del berlusconismo è l'esautorazione della magistratura e della giustizia, uno dei poteri istituzionali su cui si fonda la democrazia. Non esiste più una sentenza della magistratura o un'azione della giustizia che non sia profondamente criticata e messa in discussione addossando a questo potere la responsabilità di condizionare la politica e gli altri poteri dello stato. In realtà la magistratura, la giustizia non fa altro che applicare quelle leggi e quelle regole che dovrebbero essere decise dal potere politico. Certo, la magistratura essendo formata da uomini, non è certo infallibile e quindi potrebbe commettere degli errori, ma oggi viviamo in una situazione nella quale in seguito ad un provvedimento preso da un magistrato o ad una sentenza emessa da un giudice si sollevano sempre e comunque critiche e accuse verso gli autori del provevdimento e della sentenza. Critiche e polemiche che vanno sempre nella direzione di mettere in discussione il potere giuridiziario. Naturalmente queste critiche e questi attacchi sono tanto più forti e violenti quanto più è visibile e potente gli attori oggetto delle sentenze della magistratura. E' il caso del giorno, quello del giornalista Sallusti, in cui un potere forte tanto da essere considerato una vera e propria casta, quella dei giornalisti, è stato oggetto della sentenza che ha condannato Sallusti a 14 mesi di detenzione per diffamazione. La sentenza non ha fatto altro che applicare la legge che prevede appunto la detenzione per il reato di diffamazione, una pena che può essere esagerata per il tipo di reato, ma una pena prevista comunque dalla legge e la magistratura non ha fatto altro che applicare la legge. Rimane poi il fatto che a questa sentenza si è arrivati perchè Sallusti ha rifiutato qualsiasi altra pena sostitutiva come essere obbligato a fare attività nei servizi sociali, oltre ad aver rifiutato il patteggiamento nonostante il reato fosse palese e incontrovertibile. Tutto un gran parlare, un gran urlare, soprattutto dai giornalisti di destra (ridicoli ieri sera Porro che non era in studio ma davanti al palazzo di giustizia di Milano a condurre la trasmissione su La7, oppure il giornalista Facci che sproloquiava a destra e sinistra contro tutti) per uno pseudo gironalista che è stato non condannato per un reato di opinione come qualcuno a detto, ma smeplicemente per aver scritto il falso. Quindi una condanna giusta e se la pena è esagerata con è colpa certo dei magistrati ma della politica. Sallusti poi ha giocato con questa sentenza per sollevare un casino senza nessun fondamento, seguito dai suoi seguaci tutti scandalizzati perchè il giornalista è stato prelevato addirittura dalla sede del suo giornale dove si trovava piuttosto che essere a casa della Santache' come la sentenza prevedeva. Qualcuno si è spinto addirittura a dichiarare che era un atto da regime dittatoriale, come se la sede di un giornale fosse chissà quale luogo sacro della democrazia. Quella democrazia poi calpestata continuamente dai giornali nei quali Sallusti è stato ed è direttore. La domanda è: ma se Sallusti fosse stato un cittadino normale i giornalisti si sarebbero mobilitati in questo modo ?

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