martedì 17 gennaio 2012

La guerra delle A ...


Nei favolosi anni 60 che terminarono con l'altrettanto favoloso '68, il mondo era dominato da quello che veniva chiamato l'imperialismo americano. Gli Stati Uniti d'America, dopo aver dato un determinante contributo alla sconfitta della germania e del giappone nella seconda guerra mondiale, reclamavano il proprio compenso imponendo la loro politica economicp-finanziaria in tutto il mondo. La loro politica economica era affiancata da una politica attiva che aveva varie sfaccettature. Nel Sud America appoggiava l'ascesa al potere di vari dittatori finanziandone i colpi di stato attraverso i quali abbattevano i regimi democratici che potevano dar fastidio all'espansionismo statunitense (Cile su tutti), in Asia si impegnavanop il quella infinita guerra in Vietnam che pur vedendoli alla fine sconfitti non li vide mai arretrare da quelle posizioni attraverso le quali intendevano tenere sotto controllo Cina e Giappone, in Europa si affidavano alla famosa guerra fredda condotta mostrando semplicemente i muscoli e disponendo sul territorio europeo infinite batterie di missili nucleari. Insomma gli Stati Uniti d'America, in virtù di una presunta generosità che li aveva visti protagonisti nello sconfiggere il terrore tedesco-nipponico, dominavano l'intero pianeta con la loro economia supportata da un potere politico-militare molto attivo. In questa loro politica espansionista i vari presidenti e governi statunitensi hanno sempre visto con sospetto la nascita dell'Europa, intravedendo in questo grande progetto una minaccia per il loro strapotere planetario. E' stato anche questo uno dei motivi per cui il processo di unificazione dell'europa è sempre andato molto a rilento, avendo sul prioprio territorio, ogni paese impegnato in questo grande progetto, quelle famose basi che non costituivano solo una presenza militare. La caduta del muro di Berlino e dell'Unione Sovietica ha accelerato il processo di unificazione dell'europa fino ad arrivare a quel passo importante che gli americani hanno sempre visto come un affronto ed una seria minaccia per la loro economia: la moneta unica. L'euro è subito stato visto come un progetto più pericoloso delle armi atomiche che il mondo comunista schierava per contrapporre la muscolarità del regime statunitense. Gli americani si sono trovati impreparati e ci sono voluti diversi anni quasi 10 per riuscire a prendere le dovute contromisure contro quella moneta che davvero poteva mettere in discussione lo strapotere del dollario e degli Stati Uniti d'America. La moneta unica europea poteva essere il giusto collante per dare davvero vita ad una Europa potente alla stessa stregua degli yankees. E nei primi anni l'euro ci è anche riuscito partendo prima da quotazioni inferiori al dollaro ma po surclassandolo fino ad arrivare a valere quasi una volat e mezzo la moneta dello Zio Tom. Alcuni paese dell'estremo oriente, produttori di petrolio, stavano addirittura pensando di lasciare il dollaro come moneta di scambio per il petrolio e di adottare l'euro. Poi gli Stati Uniti hanno reagito e sono passati al contrattacco in maniera adeguata ai tempi: l'economia e la finanza europea avrebbero potuto metterli in crisi ed attraverso l'economia e soprattutto la finanza sono passati al contrattacco. Il fallimento della Lehman Brothers, causato anche dal flop delle agenzie di rating che avevano certificato la solidità della banza, ha fatto intravedere che queste famose agenzie potevano rappresentare l'arma segreta con la quale scardinare ed arrestare il nascente potere europeo. Ci è voluto del tempo per capirlo ma oggi ormai la strategia appare chiara. L'ultimo declassamento patito da molti paesi europei, Italia compresa, per mano della Standard&Poor ne è un esempio eclatante. Anche Mario Draghi lo ha capito e pur non dichiarandolo esplicitamente nel suo discorso di ieri ha mandato un messaggio chiaro invitando l'europa a vivere facendo a meno della agenzie di rating tenendo meno conto dei loro giudizi che ormai sembra chiaro non siano totalmente oggettivi. Ed infatti ieri le borse sono andate per la loro strada nonostante il declassamento europeo di venerdi'. Gli Stati uniti intanto un risultato lo hannom ottenuto in questi anni di crisi portando l'euro ad un deprezzamento rispetto al dollaro e scongiurando almeno per il momento di vedere sostituita la loro moneta da quella europea. Insomma la guerra è in pieno svolgimento, ma forse ora l'europa sta prendendo coscienza di essere bin un conflitto nuovo e globale, ora si tratta di trovare gli strumenti adeguati per rispondere all'imperialismo americano che è tornato in auge.

Nessun commento: