venerdì 2 dicembre 2011

Bisogna tornare alla lotta di classe fino alla rivoluzione



Sempre piu' spesso nei dibattiti televisivi o nelle trasmissioni di approfondimento politico si demonizza la lotta di classe o la differenziazzione fra destra e sinistra come un qualcosa fuori dal tempo e dalla storia, che, secondo la maggioranza dei politici e di molti giornalisti, non ha piu' senso dopo la caduta delle ideologie del blocco comunista dei paesi dell'est. Una scuola di pensiero che identifica quei regimi come la vera incarnazione del comunismo e l'attuazione pratica di quella ideologia. Niente di piu' sbagliato e chi ha avuto la curiosita' di leggersi qualche testo sacro che tratta quella ideologia non puo' concludere che nessun paese comunista ha realmente messo in pratica quelle teorie. In Italia questo ha portato molti ha pensare che la contrapposizione fra destra e sinistra fosse ormai fuori dal tempo cosi' come lo scontro fra capitalismo e il proletariato. Tutto falso e quello che sta accadendo in questi mesi ed in questi giorni ne e' la dimostrazione pratica. La crisi economica finanziaria globale ha messo in evidenza come solo la lotta di classe possa salvare in qualche modo la maggioranza della popolazione mondiale dalla distruzione di massa e dalla poverta' globale. I poteri forti mondiali, che costituiscono la minoranza della popolazione mondiale ma che pero' detengono la maggioranza delle ricchezze del pianeta se non la quasi totalita', tentano di uscire dalla crisi facendone pagari i costi alle classi piu' deboli ed economicamente gia' tartassate. In tutto il mondo sta accadendo questo e l'Italia non fa eccezione nemmeno con il governo di tecnici guidato da Monti, un governo costituito da personaggi che comunque non sanno che cosa sia la crisi economica che colpisce le famiglie italiane. Emblematica per esempio la vicenda di Finmeccanica e del suo presidente Francesco Guarguaglini. Il presidente, costretto a dimettersi a causa delle vicende relativi a tangenti anche in questa azienda di stato, sara' liquidato con ben 4 milioni di euro che corrispondono piu' o meno a quanto il governo racimolera' bloccando l'adeguamento al costo della vita delle attuali pensioni. Senza parlare della manovra che si accinge a varare questo governo e che comprende tutta una serie di provvedimenti che andranno a colpire sempre i soliti noti: chi con sacrificio si e' comprato una casa, chi e' arrivato dopo anni di lavoro alla sudata pensione, che oltre alle tasse sempre pagate si vedra' aumentare anche i generi di prima necessita' grazie all'aumento dell'IVA. Per contro nessun provvedimento contro la politica o verso chi veramente potrebbe contribuire in maniera sostanziale senza dover fare troppi sacrifici, nessuna patrimoniale seria, nessun provvedimento di lotta all'evasione fiscale e nessuna limitazione seria a spese che in un momento come questo potrebbero essere evitate come le spese militari. Come si puo' uscire da questa situazione ? In nessun altro modo che non sia quello di rispolverare la lotta di classe perche' questo genere di provvedimenti porteranno a scontri sociali come negli anni 60 e 70, ma questa lotta di classe, se veramente intende raggiungere lo scopo, non puo' che sfociare in una vera e propria rivoluzione che ci porti verso una nuova societa' abbandonando tutti i principi del capitalismo che hanno miseramente fallito. In Italia forse sara' difficile arrivare ad un evento del genere, ma questa crisi colpisce il mondo intero e magari sotto la spinta di altre popolazioni anche in Italia forse si puo' almeno sperare di arrivare ad una vera e propria rivoluzione, perche' altrimenti sara' la fine per la maggior parte della popolazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo con il tuo post; penso che questa sia la crisi strutturale del capitalismo, creata con speculazioni bancarie