giovedì 6 maggio 2010

Contro la corruzione basterebbe un solo articolo

Mentre l'Europa rischia di andare a picco sotto la spinta della crisi greca e di altre crisi in agguato, in Italia la politica fornisce uno spettacolo degno del risultato delle ultime elezioni regionali. Nella tornata di aprile il vero vincitore è stato il partito dell'astensione salito a circa il 35%, il partito quindi di maggioranza relativa. Benchè non condivida questa forma di protesta, se non si utilizza lo strumento del voto come trovo difficile poter cambiare qualcosa in maniera democratica, come dar torto a questa parte del paese alla luce anche di quanto sta accadendo in questi giorni ma anche di quanto accaduto dall'inizio di tangentopoli fino ad oggi. Prima di tangentopoli tutto il paese sapeva della corruzione della politica, tutti sapevano del traffico di buste e bustarelle necessarie per fare affari con la pubblica amministrazione. Si trattava solo di voci di corridoio, di chiacchere da bar, ma quando una chiacchera è così diffusa difficilmente è completamente inventata. Poi all'inizio degli anni 90 la corruzione dei politici arrivò finalmente nelle aule dei tribunali. Si parlò di fine di un'era e addirittura di fine della prima Repubblica, ma oggi si può tranquillamente dire che quella stagione che doveva finalmente porre fine ai traffici illeciti della politica è miseramente terminata. Solo un politico, Bettino Craxi, ha subito una condanna senza poi nemmeno scontare la pena, altri hanno visto terminare la loro carriera politica, altri zitti zitti sono tornati in politica, sono cambiati i nomi dei partiti, ne sono saltati fuori altri, ma quello che non è cambiato è il vizio del politico di sfruttare il suo potere per il proprio tornaconto. Gli innumerevoli privilegi ai quali ha diritto il politico rende la politica non più una passione o una missione ma piuttosto una vera e priopria professione sulla quale conviene investire per sistemarsi a vita. Ma il politico italiano va oltre e non contento di questi innumerevoli privilegi cerca di sfruttare la situazione anche in maniera a volte anche legale ma certamente immorale. Le cronache di questi giorni ne sono una dimostrazione palese ma in questi anni questo processo non ha mai conosciuto soste ed è difficile ormai scovare un politico che non abbia a suo carico almeno un sospetto di comportamenti discutibili. Naturalmente questa riflessione può sembrare una generalizzazione e sicuramente esistono politici che sono immuni da sospetti di qualsiasi natura ma sappiamo benissimo che basta un caso come può essere quello di Scajola per oscurarne cento che si comportano correttamente. E poichè i casi non sono più uno solo ma diverse decine, alla fine l'immagine che la politica italiana fornisce di se è quella di una corruzione diffusa. Così diffusa che si pensa addirittura ad una legge speciale per combattere la corruzione dei politici. Una legge che però fa fatica a vedere la luce anche se a mio parere una simile legge dovrebbe comprendere un solo articolo che potrebbe recitare così "Qualunque cittadino, che ricopra un incarico politico a qualsiasi livello, sia sospettato di corruzione, decade immediatamente dal suo incarico e perde tutti i privilegi maturati". Utopia ... ? Si sicuramente si soprattutto in un paese come il nostro dove un governo come quello attuale dopo due anni ha ancora un consenso pari al 52% dei cittadini. Questo la dice lunga su un popolo che ha nel proprio Dna l'arte dell'arrangiarsi e di in primis risolvere i propri problemi personali non importa ne' come ne' a danno di chi. .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando sento dire che l'attuale maggioranza di governo è stata eletta dal popolo mi viene sorge subito la domanda: ma se palesi esponenti della mafia decidessero di candidarsi alle elezioni politiche e poi venissero eletti, avrebbero diritto di governare il Paese?
Se tanti personaggi inquisiti per mafia non sono mai stati condannati perchè hanno saputo occultare le prove, vuol dire che la mafia non esiste?
Allora se tanti potenti vengono eletti dal popolo, e che magari hanno possibilità di nascondere le loro malefatte nel sistema delle corruzioni, per questo non esiste la corruzione?
Non è certo il caso dei nostri limpidi governanti, ma comunque non basta dire che loro sono stati eletti dal popolo e che quindi possono fare leggi, magari a personam, per togliersi anche dall'imbarazzo di farsi giudicare.

antipolitico ha detto...

In una democrazia chi viene eletto ha sicuramente diritto di governare .. il problema e' che se chi viene eletto si scopre che e' anche un delinquente che ne facciamo ? per me il so diritto decadrebbe così come dovrebbe decadere il diritto di presentarsi alle elezioni per chi e' un inquisito o a mio parere solo un sospettato. Tutto questo dovrebbe funzionare in un paese veramente libero, veramente democratico dove l'informazione fosse davvero informazione libera e scevra da ogni controllo ... Insomma un paese utopico non certo il nostro. Nle nostro paese ci sono cittadini che pensano di essere informati ma non si rendono conto che non lo sono per niente .. e cittadini ai quali l'informazione non interessa e poi o non votano o votano solo chi fa promesse che chiunque potrebbe fare in quanto non supportate da progetti politici reali