sabato 3 giugno 2023

La retorica delle feste nazionali


 

Anche il 2 giugno festa della Repubblica se n'è andato e così come il 25 aprile o il 1 maggio anche questa giornata è diventata la giornata della retorica e dell'ipocrisia. Ormai non c'è più niente da festeggiare perché quei valori che rappresentano la storia del nostro paese e della nostra democrazia non esistono più e sono stati calpestati da tutti i governi della seconda repubblica.

A partire dal primo governo Berlusconi c'è stato un continuo tentativo di ribaltare il significato di queste feste e del loro significato cercando di riscrivere la storia che ha consegnato queste giornate come simbolo della rinascita di un paese che si era liberato dalla dittatura fascista. La Costituzione, che rappresenta la sintesi di queste feste, è stata continuamente disattesa ed a più riprese oggetto di un attacco costante come se i problemi del nostro paese fossero causati dalla carta costituzionale piuttosto che da una classe politica incapace di attuare i dettami della Costituzione stessa.

Naturalmente la situazione si è aggravata con il ritorno al potere di una maggioranza figlia di quel fascismo che la Costituzione stessa considera un crimine. Ritrovarsi nel 2023, dopo quasi 80 anni dalla caduta del fascismo, ad essere governati da chi ancora venera quei simboli, da chi ancora si ispira a principi come l'etnia, la razza o la patria, da chi equipara le tasse che ogni cittadino onesto dovrebbe pagare al pizzo che la mafia chiede ai commercianti, da chi strizza l'occhio agli evasori piuttosto che ai cittadini che puntualmente pagano le tasse, è deprimente oltre che sconvolgente e fa perdere di significato a qualsiasi festa che celebri la nostra storia democratica.

Purtroppo la responsabilità di questo ritorno indietro di oltre 70 anni non è solo responsabilità di Berlusconi e soci fascisti, ma anche di una sinistra che non è stata capace di difendere i principi sanciti dalla Costituzione alla cui stesura aveva contribuito. Occhetto prima (autore dell'infamia di cambiare nome al Partito Comunista Italiano) e Veltroni dopo (regista della nascita di quel carrozzone senza anima del Partito democratico) sono i maggiori responsabili dell'abbandono della sinistra italiana della Repubblica, della Costituzione, della democrazia. Un abbandono che ha lasciato aperte praterie per la destra peggiore dell'intera europa: Lega e Fratelli d'Italia hanno occupato quegli spazi grazie anche ad una ignoranza diffusa dell'elettorato che non ha capito il pericolo ed ha preferito girarsi dall'altra parte e non andare a votare.

Ora siamo in mano al nuovo fascismo che si manifesta secondo modalità diverse dal fascismo mussoliniano ma che nella sostanza agisce secondo quei canoni: il governo mette a tacere tutti coloro che si "permettono" di criticare la sua azione compresi quegli organi, come la Corte dei Conti, che rappresentano organi di garanzia per una democrazia che intenda essere tale. 

25 Aprile, 1 Maggio, 2 Giugno hanno perso di significato ed ormai più che festeggiare ci sarebbe da lottare ed ogni giorno della settimana pena il ritorno ad un regime rappresentato da un governo che comunque è minoranza nel paese.

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