mercoledì 3 maggio 2023

Meloni videomaker di Confindustria


 

Sgombriamo subito il campo della falsità della propaganda fascista stile Istituto Luce del governo Meloni: il taglio del cuneo fiscale sugli stipendi dei dipendenti (per un valore di 3,4 miliardi) varrà al massimo 28 euro netti (non i 52 euro lordi o peggio ancora i 100, propagandati dalla stampa di regime) in più al mese: dai 19,25 per i salari sino a 10.000 euro, ai 41,15 per i salari di 25.000 euro e i 32,85 per i salari fino a 35.000. Niente a che vedere con la perdita di circa il 7,6% registrata dai salari nel corso del 2022. Per di più un intervento che non tocca le imprese considerato che quei soldi sono a carico della fiscalità generale e quindi di tutti noi cittadini. Ma questo provvedimento è il classico specchietto per le allodole che maschera la gravità degli altri due provvedimenti contenuti nel decreto fantasma considerato che ancora non c'è un testo.

Allungamento a 24 mesi della possibilità di utilizzo dei contratti a termine senza una causale e allargamento dell'utilizzo dei voucher rappresentano un'altra spallata al lavoro a tempo indeterminato che finirà per incentivare il lavoro precario. Taglio del reddito di cittadinanza con importi ridotti, norme più stringenti per ottenerlo e tempi ridotti, insomma un incentivo alla povertà verso la quale il RdC aveva rappresentato se non altro una sorta di ostacolo. Insomma una serie di scelte economiche che vanno a favore delle imprese a voler sancire che per la destra i lavoratori e le classi medio/basse non hanno rilevanza ma quel che conta sono coloro che vogliono "fare" e devono essere liberi di farlo. Nessuna novità ci mancherebbe ma almeno che il governo la smettesse che le sue sceneggiate per svilire feste come il 25 aprile ed il 1 maggio e soprattutto avesse il coraggio di dire le cose come stanno senza prendere in giro le vere vittime di questa maggioranza: i lavoratori. Purtroppo la narrazione che passa sui media, quotidiani e televisioni, è il tam tam dei 100 euro che salteranno nelle tasche dei lavoratori anche se non si sa ne quando ne soprattutto come in quanto ormai la decretazione del governo è narrata solo per via orale e senza contradditorio.

Nel frattempo però LA presidente del consiglio si lancia nella nuova attività di videomaker occupando Palazzo Chigi come se fosse una sceneggiatura di Cinecittà ed utilizzando i ministri come comparse di una soap opera uscita direttamente dagli archivi del ventennio.

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