sabato 22 gennaio 2022

La nuova variante Quirinalia manda in confusione la politica

Sono ormai anni che la classe politica italiana è in totale confusione e inadeguata a governare un paese occidentale, moderno e democratico. Lo abbiamo visto nel 2011 quando per togliere le castagne dal fuoco ed evitare  il default stile Grecia grazie ai disastri del terzo governo Berlusconi, fu chiamato Monti ed un governo di tecnici. Quando il Monti esaurì il suo compito tutti gli spararono addosso ma tutti votarono la fiducia a quel governo ed a tutti i suoi provvedimenti che in qualche modo rimisero in carreggiata il paese. Due anni dopo altro momento di crisi con l'elezione del presidente della repubblica. La politica non riesce a trovare un candidato che possa superare il voto parlamentare e chiede a Giorgio Napolitano di essere rieletto per un periodo limitato. Napolitano accetta e poi va in parlamento dove tiene il discorso del suo secondo insediamento bastonando tutto il parlamento da destra a sinistra. Il Parlamento non capisce ed infatti tutta la politica applaude a quel discorso senza rendersi conto delle scoppole ricevute. Poi si è arrivati all'attuale legislatura nella quale dopo aver visto tutto ed il contrario di tutto, governo M5S-Lega e poi governo M5S-PD-Leu sempre con lo stesso presidente del consiglio, la pandemia mette accentua ancora la crisi della politica italiana. A dire il vero le prime reazioni al diffondersi del virus sono buone; lockdown totale che consente di arginare la prima ondata (che poi si rileverà la meno dannosa), il cambiamento di rotta dell'europa che distribuisce fondi per combattere la crisi economica provocata dalla pandemia, e finalmente i vaccini per contrastare il virus. Poi arriva un altro Matteo che, senza farsi di mojito come il Matteo verde un anno prima, manda in crisi in governo e, ad un anno dalla elezione del presidente della repubblica, agevola la formazione di un governo per metà tecnico guidato però da colui che sembrava essere il successore di Mattarella: Mario Draghi. Il nuovo governo inizialmente agisce bene sul fronte epidemia agevolando la campagna vaccinale e iniziando a porre restrizioni solo ai non vaccinati. Poi, mentre la politica inizia le schermaglie anticipate per l'elezione del nuovo presidente della repubblica, il governo Draghi perde lo smalto e va in confusione. Una confusione che ha trovato il suo apice nell'ultimo decreto di una settimana fa che regolamenta l'accesso a servizi e luoghi pubblici sulla base del famoso green pass. Una confusione tale che prima di entrare in un negozio, in un ufficio o in qualsiasi luogo pubblico è necessario consultare un prontuario di una decina di pagine. Il tutto per non prendersi la responsabilità di rendere obbligatorio il vaccino e farla finita su questa buffonata di vax, novax, green pass, no green pass e soprattutto tamponi inutili.
Mentre il governo è in confusione, il resto della politica non è da meno tutta occupata a decidere sulla elezione del nuovo presidente della repubblica. La notizia dell'ultima ora è il ritiro di Silvio Berlusconi dalla competizione come se per la più alta carica dello stato fossero previste candidature. Il suo nome girava già da qualche settimana nel più assoluto silenzio dei partiti del centro sinistra incapaci di proporre un'alternativa ma semplicemente arroccati su un candidato non divisivo. Intanto Salvini si intesta il diritto di proporre un candidato in virtù di una presunta maggioranza in parlamento, maggioranza che non c'è. Naturalmente anche se ci fosse non si è mai sentito che una parte politica abbia il diritto di proporre un candidato qualunque sia. Intanto quasi tutti vorrebbero Draghi a Presidente della Repubblica ma poi ci si scontra con il problema del governo. Senza Draghi c'è chi vorrebbe andare alle elezioni, in particolare Fratelli d'Italia che, stando ai sondaggi, sarebbe l'unico partito ad aumentare i propri parlamentari, e chi vorrebbe un nuovo governo senza passare dalle elezioni. Il tutto mentre il 2022 sarà un anno critico in quanto ci sarà da spendere i famosi finanziamenti del PNRR. Ma si sa la politica ormai da oltre 30 anni pensa ai propri interessi e non certo a quelli del paese. Risultato: la maggioranza dei cittadini non va a votare .... senza capire che in questo modo spiana il campo proprio a quella politica che non li rappresenta.

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