martedì 29 giugno 2021

Il populismo confuso di Salvini

 


Che si trovi al governo o che si trovi all'opposizione per Salvini poco cambia: la sua anima populista e confusionaria non è in grado di distinguere fra il trovarsi nella maggioranza di governo o all'opposizione. D'altra parte il senatore leghista si è ritrovato al governo non per volontà sua ma grazie anche ad un movimento incompetente come il M5S, nel primo governo Conte, ed alla compiacenza del Pd nel governo Draghi. Ma che non sia un uomo di governo lo ha dimostrato nel governo giallo-verde e lo sta dimostrando in queste settimane nella grande ammucchiata del governo attuale. Questa sua incompetenza è scoppiata tutta in queste ultime settimana nelle quali il buon Salvini si è gettato anima e corpo nella "riforma della giustizia". Una riforma, che dopo essere stata una delle cause reali della caduta del secondo governo Conte, nessuno da 30 anni ha mai affrontato seriamente riducendo la giustizia ad uno dei principali problemi dell'arretratezza del nostro paese. Ora possibile che l'uomo delle felpe, l'uomo che si schiera sempre dalla parte sbagliata e che difende l'indifendibile ad oltranza sia in grado davvero di proporre una riforma seria ? Assolutamente no e infatti la strada che ha scelto è inopportuna e contraria a qualsiasi logica: pur trovandosi al governo con tanto di ministri, Salvini si è gettato nel calderone dei referendum abboccando all'amo dei radicali, divenuti ormai specialisti di referendum perdenti. A parte la stupidaggine di tentare una riforma attraverso l'arma del referendum, il Salvini probabilmente non si è nemmeno preoccupato di leggere e studiare (ammesso che ne sia in grado) i quesiti proposti dai radicali. Un quesito su tutti: l'abolizione della custodia cautelare che cozza con le esternazioni salviniane quando da notizia di un qualsiasi reato per quanto portato a termine da un immigrato o persona di colore (si guarda bene da commentare i delitti/reati commessi italiani). I suoi tweet inneggianti a "pene esemplari", o a "marcire in galera" inondano i social, andando a cozzare proprio con quel quesito della su "riforma" che tende invece ad eliminare la custodia cautelare. Che dire poi del quesito sulla legge Severino che impedisce ai condannati di entrare in parlamento o in consigli regionali o comunali ? Insomma il Salvini twitta in un modo e agisce in un altro, anche se l'azione si limita ad un referendum. Ma la confusione del Salvini è palese a tutti e forse solo lui non la sa riconoscere visto che quotidianamente si schiera contro ciò che aveva asserito il giorno prima. Il suo unico filo conduttore sembra in realtà essere una giustizia sommaria o fai da te come incentiva la stessa legge sulla legittima difesa fatta approvare dalla Lega nel primo governo Conte o come lo stesso Salvini non perde occasione di ribadire. Come in questi giorni in cui 51 poliziotti della polizia penitenziaria sono stati inquisiti per maltrattamenti ai detenuti all'inizio della pandemia. Il senatore si lancia nella difesa ad oltranza degli inquisiti ribadendo un concetto pericoloso, fascistoide e in contrasto con la democrazia: un poliziotto può compiere qualsiasi azione più o meno violenta lui, il poliziotto, è comunque dalla parte della ragione. Attenzione che se si continua a dare spazio a questo personaggio il paese rischia di ritrovarsi in un baratro, soprattutto se come sembra andasse al governo insieme all'altra fascista dichiarata, la Meloni.

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