martedì 1 giugno 2021

Caso Brusca: l'ipocrisia, il populismo, le menzogne e la presa per i fondelli della politica italiana


 

In queste ore i social, soprattutto twitter, sono invasi dai post indignati di tutta la politica italiana in merito alla liberazione del boss mafioso Giovanni Brusca. Tutti scandalizzati per la liberazione, dopo 25 anni di detenzione, del feroce boss che fu l'ideatore e l'organizzatore della strage di Capaci. Ma i delitti addebitati al Brusca sono innumerevoli a partire da quello più efferato: lo scioglimento nell'acido del cadavere del piccolo Giuseppe Di Matteo. Giovanni Brusca fu arrestato nel 1996 e da quel momento diventò un collaboratore di giustizia, riconosciuto a partire dall'anno 2000. Grazie alla sua "collaborazione" sono stati arrestati molti boss mafioso e probabilmente evitati molti delitti e uccisioni. La collaborazione gli è valsa la scarcerazione che sta provocando tante reazione indignate da parte di chi non avrebbe alcun motivo di indignarsi. I motivi per i quali il politico dovrebbe esimersi dall'indignazione sono vari. Primo fra tutti è che la scarcerazione avviene in virtù di una legge, quella sui pentiti, voluta proprio da quel magistrato, Giovanni Falcone, vittima egli stesso della mafia. Il secondo motivo è che il politico che oggi si indigna avrebbe avuto tutto tempo e modo di modificare quella legge se lo avesse voluto considerato che tutti gli indignati sono stati a vario titolo al governo in questi anni. La scarcerazione non avviene per qualche improvvisa benevolenza di un magistrato ma semplicemente in virtù dell'applicazione di una legge: chi può modificare una legge se non chi sta in parlamento o al governo ? Ma il politico italiano sembra cadere sempre dal pero quando una legge viene applicata, perché questo è il paese dei furbi, il paese dove solitamente le leggi si aggirano e non si applicano, il paese nel quale chi si lamenta dell'applicazione di una legge solitamente è colui che quella legge l'ha fatta approvare o non ha provveduto a modificarla qualora non fosse di quo gradimento. Ecco allora che oggi quei tweet lanciati più o meno da tutti (Meloni, Salvini, Letta, Di Maio, Tajani, etc. etc.) dovrebbero far indignare non tanto perché ricordano la scarcerazione di pluriassassino mafioso, ma perché sono la dimostrazione di una politica molto brava a prendere per i fondelli il cittadino che purtroppo molto spesso cade nel tranello dimostrando tutta la propria ignoranza.

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