giovedì 18 luglio 2019

La politica del cambiamento


Quando il governo giallo-verde si è improvvisamente materializzato dopo le elezioni del marzo 2018, si è subito appellato il titolo del "Governo del cambiamento" oltre ad annuciare che con l'insediamento di Giuseppe Conte, Di Maio e Salvini sarebbe inziata di fatto la terza repubblica (con annessu e connessi come l'abolizione della povertà, la fine della corruzione, la fine dei privilegi, la fine dell'immigrazione e chi più ne ha più ne metta). Di tutti questi annunci l'unico in realtà che si è verificato è stato proprio quello del cambiamento. Purtroppo un cambiamento non inteso come lo avevano interpretato i cittadini o quanto meno una parte di loro: cambiamento inteso come uno stato più giusto, uno stato più vicino ai deboli. Il cambiamento reale è quello al quale gli italiani più avanti con l'età è stato quel cambiamento al quale sono da sempre abituati e che costringe la nostra repubblica, nonostante i proclami, a rimanere nell'ambito della prima e sempre attuale prima repubblica. Il cambiamento messo in atto dal governo giallo verde è stato quello solito: tradire le promesse e le aspettative fatte e sollevate nella campagna elettorale. C'è da dire che, rispetto alla solita politica italiana, che questi cambiamenti sono stati sicuramente al di sopra delle aspettative e inammiginabili tanto da collocare questo governo al primo posto come tradimento rispetto ai propri elettori.

Il M5S si è strozzato in gola il grido Onestà Onestà Onestà, urlato in tutte le sedi nella precedente legislatura, sia concedendo a Matteo Salvini il salvataggio da un processo per sequestro di persona sia continuando a governare con un alleato ladro certificato e costretto a restituire circa 49 milioni di euro ma in comode rate da estinguere in circa 80 anni. Ma questo non è stato l'unico voltafaccia del movimento, se ne contano a piene mani soprattutto in tema di opere pubbliche, ultimo la questione Alitalia e la società Atlanta, la società dei Benetton. Di Maio solo due settimane fa annunciava che Atlanta, responsabile (secondo lui) del crollo del Ponte Morandi, non avrebbe mai messo piede in Alitalia: detto fatto, Atlanta entra con il 35% nel salvataggio della compagnia aerea.
Per la Lega e soprattutto per Matteo Salvini in cambiamento è iniziato alla prima riunione del Consiglio dei Ministri: la sua promessa di abolire le accise sui carburanti al primo consiglio dei ministri è sempre lì che aspetta di essere mantenuta. Ma i voltafaccia di Salvini sono su tutta la sua linea politica ed è sufficiente vedere questo filmato per capire che razza di cambiamento abbia messo in atto il leader leghista. 
Insomma la terza repubblica è ancora da venire e caso mai arrivasse non è proprio detto che sia migliore della prima .... tutt'altro.

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