venerdì 20 luglio 2018

Il governo del cambiamento e l'immigrazione


 Improvvisamente, dopo l'insediamento del nuovo governo, il problema principale da affrontare è diventato quello dell'immigrazione. E questo nonostante i flussi migratori fossero ormai in netto calo grazie o a causa (dipende dai punti di vista) delle politiche di Minniti. Il neo ministro dell'interno, Matteo Salvini, non poteva però di punto in bianco abbandonare il suo cavallo di battaglia con il quale ha inondato per mesi tutti i mezzi di informazione e quindi per riprendersi la scena si è inventato la chiusura dei porti italiani a tutte le navi delle organizzazioni umanitarie che ora addirittura non considerano sicuri i porti italiani. In questa strategia ha avuto gioco facile sia per la inadeguatezza delle politiche di gestione dei migranti da parte dei governi precedenti, sia per il campo libero lasciato alle sue esternazioni da frequentatore di bettole da parte degli alleati di governo (quelli del cambiamento) e del presidente del consiglio. Il recente intervento del presidente della Repubblica per far attraccare una nave italiana è l'ultimo esempio sia del delirio di onnipotenza di un ministero incapace e quindi pericoloso che dell'assoluta sudditanza dei 5stelle e del presidente del consiglio Conte alle farneticazioni salviniani. Salvini, con la sua rozzezza e ignoranza, altro non è che una delle mani armate del capitalismo che sposta il problema sugli affamati piuttosto che su chi la fame la procura. Negli anni precedenti al suo ingresso al governo (finalmente c'è riuscito grazie ad un'opera mediatica supportata dal suo alleato principe Silvio Berlusconi) ha seminato paura agitando lo spettro della sicurezza (nonostante i reati siano in netta diminuzione nel nostro paese) e successivamente dell'invasione (nonostante l'Italia sia un paese con un numero di immigrati inferiore ai vari paesi europei). Grazie a questa opera negazionista ed alla inconcludente politica del governo a guida Pd degli ultimi 5 anni, ha saputo manovrare in maniera subdola, ipocrita e cinica un buon numero di elettori. L'immigrazione non sarà certo bloccata dalla chiusura dei porti, dai respingimenti o dagli affondamenti dei barconi con conseguente massacro di poveracci disperati (oltre 35.000 negli ultimi 15 anni). Il capitalismo ha dapprima affamato quelle popolazioni sfruttando le loro enormi ricchezze naturali, ha portato la guerra in medio oriente nel nome dell'esportazione della democrazia e della pace (come se questi fossero beni da esportare e non da conquistare), ha poi sapientemente e cinicamente utilizzato i disperati per portarli nel mondo occidentale con l'obiettivo (raggiunto) di scardinare diritti, abbassare i salari, aumentare lo sfruttamento anche in quelle popolazioni. Il finale poi dell'opera distruttiva del capitalismo è stata quella di mettere gli uni contro gli altri gli sfruttati immigrati con i nuovi sfruttati del mondo così detto evoluto. Salvini altro non è che uno degli strumenti utilizzati per fomentare questo odio reciproco in modo che il dito venga poi puntato sugli affamati piuttosto che sugli affamatori. Ma d'altra parte oggi siamo arrivati all'assurdo che "chi critica il capitalismo ed elogia il fenomeno dell'immigrazione (il trionfo del capitale) mostra la sua incoerenza  esattamento come chi critica l'immigrazione e accetta supinamente il capitale (che usa l'immigrazione appunto per segnare la propria supremazia)" (Cit. Diego Fusaro). Di fatto da questa spirale non ci porteranno fuori nè la Lega nè tanto neno il M5S o qualsiasi altro governo europeo ed occidentale: l'unica uscita sarebbe il raggiungimento della consapevolezza che è i capitalismo che ci ha portato in questo circolo vizioso, ma oggi dove "l'ignoranza" della società dell'informazione si propaga dalla velocità della luce non si vede proprio come si potrà uscire da questa spirale se non con uno scontro violento fra gli sfruttati.

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