giovedì 7 dicembre 2017

Il rottamatore rottama senza sosta


Il rottamatore ha fatto altre due vittime: Pisapia e Alfano per la serie ... a volte qualcosa di buono lo combina anche Renzi. Matteo Renzi si era presentato, da sinsaco di Firenze, alla ribalta nazionale con il progetto di distruggere la vecchia politica italiana per iniziare una nuova fase, dando spazio ai giovani politici rampanti, come lui, che scalpitavano per portare l'Italia da ultima ad almeno seconda se non prima in europa. Un nobile progetto che aveva acceso le speranza di molti italiani, che erano stati poi pienamente assoldati alla causa renziana, con la paghetta degli 80 euro con la quale il Pd aveva raggiunto il risultato storico, quanto effimero, del 40% alle elezioni europee. Ai più era sfuggito un "piccolo" particolare: quando Renzi parlava di "rottamare" la vecchia politica (termina inappropriato e irrispettoso ma perfettamente in linea con la superbia del personaggio) faceva riferimento quasi totalmente ai suoi compagni, ops pardon termina inappropriato se riferito a Renzi ed al Pd, ai suoi "amici" del Partito Democratico. Il Renzi si riferiva principalmente a D'Alema (il top dei candidati alla rottamazione), Bersani, e compagnia bella. Nessun riferimento a quelli che avrebbero dovuto essere gli avversari politici anzi Renzi andava professando che per vincere era necessario andare a prendere i voti in campo avverso. E come si fa a prendere i voti degli avversari politici se non mettendo in campo le stesse politiche degli avversari ? Così dopo il successo del 40%, Renzi ha iniziato e proseguito coerentemente la sua opera. Lentamente come una goccia che cade inseroabilmente sulla stessa roccia ha iniziato a incrinare la presunta "solidità" del Partito Democratico e continuando nella sua opera ha costretto ad abbandonare la barca prima Letta, poi Civati, Fassina, D'Alema per arrivare a Bersani e Speranza e compagnia bella. Nella sua opera ha praticamente dimezzato quela 40% dimostrando che se scegli di "copiare" le politiche dell'avversario per "rubargli" i voti alla fine il cittadino sceglie comunque o l'originale oppure di non andare a votare. Dopo la debacle della riforma costituzionale e la bocciatura dell'Italicum, Renzi ha tentato di portare in porto una legge elettorale che desse il colpo finale al suo partito. C'era quasi riuscito copiando e modificando il sistema tedesco poi mandato a monte in quanto non sufficientemente sicuro il risultato (il Pd rischiava di arrivare secondo o addirittura primo), alla fine si è deciso per il rosatellum con il quale potrebbe ottenere due risultati: uccidere il M5S da sempre allergico alle alleanze, far fuori il Partito Democratico portandolo fra le braccia di Berlusconi. Con il rosatellum o fai qualche alleanza o devi raggiungere almeno il 40%, risultato improponibile anche con 80 euro o addirittura pensioni minime a 1000 euro o bonus vari. Qualcuno a sinistra, in particolare Pisapia, ha tentato allora di mettere in piedi una coalizione con il Partito Democratico per scongiurare il ritorno del centro destra (che unito come si è visto in Sicilia è quasi imbattibile in paese destrorso come l'Italia) ma Renzi ha continuato nella sua lenta opera rottamatrice anche su eventuali alleati. Oggi Pisapia si defila ed, udite udite, si defila anche Angelino Alfano, la stampella berlusconiana di Matteo Renzi. Pericolo scongiurato, la strada verso un nuovo patto fra Renzi e il Berlu è quasi sgombra, sta ai cittadini scongiurarla ed hanno ben due possibilità: votare o M5S oppure votare a sinistra del Pd, scelta non facile perché il caos come sempre in quell'area è notevole. Non andare al voto significa semplicemente soffiare nella direzione di Renzusconi.

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