martedì 3 maggio 2016

"Ci sono 10.000 comitati pronti per il Si" ... ma parla solo lui e spara cavolate


Ormai è chiaro che Matteo Renzi tratterà la campagna per il Si come una faccenda personale  e ieri se n'è avuta la conferma quando è andato ad aprire la campagna a Firenze, parlando dei fantomatici 10.000 comitati pronti ognuno formato da circa 50 persone ma che nemmeno Chi l'ha visto sa dove siano. Certamente spunteranno come funghi ma forse, considerato che si parla di costituzione, sarebbe stato più opportuno dare la parola a qualcuno di questi comitati. Ma il Matteo che si appropria in maniera abusiva di qualsiasi avvenimento positivo che coinvolga italiani (ha perfino twittato sulla promozione in serie A del Crotone e del successo di Claudio Ranieri nel campionato inglese) non poteva lasciare il palco a dei semplici cittadini che si impegnano per il referendum costituzionale. La scena deve essere sua alla faccia della democrazia e delle istituzioni. E naturalmente ha aperto la campagna da par suo e cioè propinando una bella sfilza di cavolate, forse anche sull'onda del primo maggio. Aveva, infatti, iniziato domenica vantandosi prima di aver fatto lavorare il Cipe e qualche funzionario anche per il primo maggio (quelli che si scandalizzano per qualche supermercato aperto nella festa dei lavoratori non hanno niente da dire ?) e poi appropriandosi ancora una volta di un piano finanziario di investimenti per la ricerca di fatto già approvato nientepopodimeno che dal governo Letta e già iscritto nel bilancio del ministero competente. Quindi dopo due anni che questo piano viene rimandato, il bulletto di Firenze sceglie il primo maggio per svelare il suo buon cuore "Ho chiesto ai dirigenti pubblici di sacrificare questo giorno festivo per approvare progetti concreti e cos' dare un segnale di speranza a chi un lavoro non ha". Retorica, falsità e bullaggine allo stato puro in perfetto stile fiorentino, quel popolo cioè che alla domanda "Ma tu sei toscano" risponde "No io sono di Firenze". Un solo giorno di cavolate non poteva bastare per la superbia del capo del governo e così la giornata del primo maggio è stata prolungata anche al lunedì 2 con lo show sulla campagna per il referendum costituzionale. Naturalmente lo show era infarcito di una buona dose di cavoli a merenda. "Dopo 63 gioverni finalmente il parlamento si è svegliato ed è iniziato il processo che porta alle riforme". Peccato che dal 1990 ad oggi siano stati ben 13 i disegni di legge di riforma costituzionale, ma tanto chi vuoi che se li ricordi. "Il bicameralismo paritario non è quello che volevano coloro che scrissero la Costituzione". Addirittura Renzi si improvvisa anche medium e interroga i defunti padri costituenti i quali gli confidano il loro vero progetto in merito alla carta costituzionale. Roba da Zelig o da cabaret oppure da popolo "ignorante" e decerebrato che si beve tutto quello che gli viene detto dal palco. "I senatori hanno deciso di abolire il Senato". Questa è la più grossa fra le bufale sparate dal presidente del consiglio, ma si sa a forza di dire una bugia quella diventa la verità. Il Senato non è stato abolito è solo stato abolito il voto dei cittadini per eleggerlo e nemmeno il bicameralismo è stato abolito in quanto ben 22 categorie di leggi emanate dalla Camera dovranno comunque passare al senato.
Sarebbe sufficiente questo per dire a Renzi ed ai suoi comitati ma andate a fare quello che si fa in un cesso prima che sia costretto tutto il paese ad andarci. Quindi No tutta la vita ma non tanto per dire No come sostiene il segretario del Pd ma semplicemente per dire No a questa riforma.

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