domenica 7 settembre 2014

#grassochecola ... il nuovo elegante hastag del presidente del consiglio






Le politiche dei governi italiani verso la pubblica amministrazione si sono dimostrate tutte più o meno fallimentari nel tentativo di riformare questo apparato fondamentale per la vita del paese, ma allo stesso tempo un apparato bacino di voti e di politiche clientelari. Il primo governo a mostrere un presunto pugno di ferro contro la pubblica amministrazione e quindi contro i propri dipendenti, è stato l'ultimo governo Berlusconi con il ministro Brunetta che iniziò una crociata verso i "fannulloni" dell'apparato pubblico. Una crociata sfociata non in una vera e propria riforma che andasse veramente a modificare e razionalizzare l'organizzazione del lavoro, ma in alcune norme vessatorie che colpivano senza alcuna distinzione tutti e tutto. Una su tutte la norma che tagliava gli stipendi in virtù delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici causando un calo è vero delle assdenze per malattia, ma certamente non un miglioramento dei servizi offerti dalla P.A. ma anzi probabilmente un reale peggioramento. Oggi dopo due presidenti del consiglio, Monti e Letta, poco avvezzi alla scenografia ed agli annunci eclatanti (con questo non voglio dire che condivida le loro politiche), si torna all'antico ed ancora una volta le politiche del governo Renzi trovano un punto di contatto con quelle dell'ultimo governo Berlusconi. Ecco allora che si passa dai fannulloni al grasso che cola usando una metafora meno invasiva di quella di Brunetta ma altrettanto significativa. Naturalmente qui è il presidente del consiglio tuttofare che interviene in quanto Matteo é uomo di scena da palcoscenico e non lascia spazio ai suoi ministri che sembrano tutti dei poveri portaborse il cui principale compico è trasformare in decreti e provvedimenti gli hastag o gli slogan del Renzi pensiero. L'attuale presidente del consiglio ci ha ormai abituati a frasi ad effetto ed annunci pirotecnici ai quali però poi segue il niente o poco più. Il suo intervento di riforma della pubblica amministrazione si ferma a due provvedimenti essenziali: la riduzione dei permessi sindacali e il blocco degli stipendi. La forma è diversa rispetto ai provvedimenti di Brunetta ma la sostanza è la stessa, il vuoto assoluto. Qualsiasi intervento si intenda fare sulla pubblica amministrazione difficilmente si potranno ottenere risultati in termini di efficienza e migliore organizzazione se non si cerca di intervenire alla fonte, e la fonte in questo caso sono le norme, le leggi che appunto la politica emana. Se queste leggi sono in numero infinito e soprattutto se sono norme poco chiare e diversamente intepretabili, la pubblica amministrazione, che rappresenta in fin dei conti l'apparato dello stato per l'applicazione delle stesse, non potrà mai funzionare nell'interesse del cittadino. La burocrazia, il vero male che uccide lo stato e la pubblica amministrazione, non nasce per caso o per volontà di qualche dirigente pubblico masochista, ma quasi esclusivamente per la complessità delle norme che caratterizzano lo stato italiano e che sono di complicata attuazione. L'ultimo governo Berlusconi con la lotta ai fannulloni e l'abolizione delle leggi inutili, che si ridusse ad un falò in un cortile con Calderoli che sorridente bruciava una montagna di carta, non combinò niente oltre a queste sceneggiate, il governo Renzi ... anzi direi Renzi con i suoi hastag ed il suo grasso che cola ... otterrà più o meno lo stesso risultato ... niente.

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