Era il febbraio 2006 e la campagna elettorale per le politiche di aprile stava ormai iniziando. Dopo 5 anni disastrosi il secondo governo Berlusconi aveva portato il deficit pubblico fuori dai parametri di Maastricht, il governo era sopravvissuto a numerosi rimpasti causa dimissioni di ministri come Scajola (anora lui) e Tremonti, c'era stata la tragica vicenda del G8 di Genova e il cavaliere non aveva mantenuto nessuna delle sue promesse elettorali troppo impegnato a risolvere i propri guai giudiziari con leggi ad personam. Le diverse competizioni elettorali, europee regionali ed amministrative, avevano visto prevalere sempre la sinistra e i sondaggi davano per scofitta la compagine di governo. La sinistra aveva dato vita alla coalizione dell'Ulivo che raccoglieva chiunque fosse contro Berlusconi, da Rifondazione Comunista con Bertinotti, ai comunisti italiani ma fino a comprendere l'Udeur di Clemente Mastella, anime troppo diverse per dare sufficienti garanzie di stabilità Inoltre le primarie dell'ottobre 2005 avevano consacrato Romano Prodi, un ex democristiano, come candidato premier da opporre a Berlusconi. Va bene sconfiggere Berlusconi ma il senso di nausea iniziava a diffondersi fra coloro il cui anomo era e sarebbe rimasto sempre di colore rosso. All'inizio della campagna elettorale i sondaggi danno un vantaggio che sembra incolmabile per l'Ulivo sul centro destra. Berlusconi allora sferra il suo attacco mediatico mettendo in campo l'artiglieria delle sue televisioni oltre che la sua verve di gran lunga superiore a quella spenta e inconsistente di mortadella Prodi che, un po' per carattere un po' per non scontentare nessuno degli alleati confluiti nell'Ulivo (e soprattutto Clemente Mastella), conduce una campagna elettorale veramente soporifera. Gli italiani nel giro di un mese dimenticano gli sfacelli commessi dal cavaliere in cinque anni di governo e cadono nella trappola delle sue dichiarazioni ipnotiche, eclatanti ma prive di sostanza e di fatti concreti. Alla fine l'Ulivo vince di stretta misura, soprattutto al senato dove deve affidarsi ai senatori a vita sperando nel loro buono stato di salute. Il governo Prodi avrebbe dovuto subito fare due semplici cose: rifare la legge elettorale di Calderoli approvata negli ultimi giorni della legislatura (grazie anche a quella porcata Berlusconi aveva recuperato molto terreno) e mettere mano al conflitto di interessi per liberarsi davvero e definitivamente del cavaliere. Ma Prodi è un economista e si mette all'opera per rientrare nei parametri europei nel giro di poco tempo e per fare questo ... mette mano alle tasche degli italiani. Nel frattempo il maggior partito della coalizione dell'Ulivo piuttosto che lavorare per mantenere in vita il governo traballante, si dedica ad affari interni per sfasciare la coalizione e dare vita ad un Partito mastodontico e senza anima come il Partito Democratico. Un'operazione che trasforma la nausea in conati di vomito e che sicuramente è condotta nei tempi e nei modi sbagliati. Ma la smania di potere di uomini come Veltroni prende il sopravvento. Privo dell'appoggio dei Ds il governo rimane in carica per due anni dopodichè Prodi è costretto a lasciare il campo per portare il paese a nuove elezioni. I conti sono tornati dentro i parametri europei ma a discapito di tasse più elevate. L'Ulivo si sfascia e nasce il Partito Democratico con Veltroni segretario. Ci si aspetta che alle elezioni del 2008 il nuovo partito quanto meno faccia fronte comune insieme alla sinistra radicale ed invece Veltroni, colto da un attacco di superbia e di onnipotenza, dichiara che il PD correrà da solo. Risultato: non solo il nuovo partito è surclassato da Berlusconi e Lega, ma addirittura, grazie alla legge elettorale porcata, dal parlamento sono estromessi tutti i partiti della sinistra radicale. Da quel momento in poi il partito-mostro rimane impegnato in questioni interne che lo portano a perdere una dopo l'altra ogni competizione elettorale in cui è impegnato a favore del Pdl ma soprattutto a favore della Lega. Mentre le fila del Partito Democratico si assottigliano per abbandono di tutte quelle anime impure che ne hanno fatto parte (Binetti, Rutelli, ecc.), si arriva ad un nuovo segretario, Bersani, ed alla crisi del centro destra causata dal fascista Fini. E qui la frittata è completata e quel sentimento di nausea permanente che è iniziato nel 2006 con qualche fenomeno sporadico di vomito, si trasforma in conati che si susseguono uno dietro l'altro senza soluzione di continuità grazie alle varie iniziative che si intendono seguire per prepararsi ad eventuali nuove elezioni. Il PD ormai accecato dall'odio verso il cavaliere, perde la memoria di quanto accaduto in passato e si appresta a seguire la stessa strada del 2006 con qualche variante peggiorativa. Bersani ed i suoi infatti non solo propongono di non andare a votare ma addirittura di mettere in piedi un governo che accolga tutti senza distinzione di colore ne' di posizione politica, inserendo Fini, Casini, Rutelli e chi piu' ne ha piu' ne metta. Si può reagire in maniera diversa dal vomitare ..... ? E Berlusconi, insieme a Bossi, ringraziano.
domenica 8 agosto 2010
Dalla nausea persistente al vomito permanente: come lasciare campo libero a Berlusconi
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