giovedì 26 agosto 2010

Berlusconi, il novello imperatore, e gli italiani, i sudditi beoti.

C'era una volta la Costituzione .... potrebbe iniziare nel più classico dei modi il racconto delle vicende politiche di questo mese di agosto anomalo per il nostro paese. In passato perfino la politica andava in ferie e lasciava gli italiani a godersi le vacanze in attesa delle solite stangate autunnali e degli immancabili autunni caldi. Ma a quei tempi, quelli della prima repubblica per intendersi, erano ancora sacrosanti alcuni principi ai quali tutti si attenevano: quelli sanciti dalla nostra carta costituzionale. La Costituzione, stilata subito dopo la caduta del fascismo, era un baluardo invalicabile rispettato da tutte le formazioni politiche che si attenevano ai principi di democrazia e libertà contenuti nella preziosa carta costituzionale. Poi venne tangentopoli e la conseguente discesa in campo del dittatore di Arcore che si vide privato dei favori politici del suo protettore, il socialista Bettino Craxi, unico politico (purtroppo) di primo piano a cadere nelle grinfie del pool di mani pulite. Il novello dittatore si rese subito conto che la Costituzione non si confaceva ai metodi che intendeva utilizzare nel governare il paese, metodi mutuati direttamente dalla sua verve imprenditoriale che aveva dato vita ad un impero mediatico senza precedenti nel paese. Il cavaliere capì subito che vincere le elezioni e ricevere il mandato di governare il paese non significava poter fare il bello e cattivo tempo fregandosene di tutto e di tutti: la democrazia è qualcosa di diverso dalla dittatura alla quale Berlusconi si è sempre ispirato. In democrazia c'è un parlamento, c'è un'opposizione, c'è una corte costituzionale che vigila sul rispetto della costituzione stessa, c'è un presidente della repubblica, tutte componenti interpretate come inutili lacci all'azione del governo. Ecco allora che in prima battuta il cavaliere ha tentato di stravolgere la Costituzione cercando di modificarne la natura introducendo la figura di un premier tutto fare, libero da qualsiasi controllo con il potere addirittura di sciogliere il parlamento. Un tentativo andato male e rigettato dai cittadini che si sono resi conto, anche coloro che avevano votato per il cavaliere, della pericolosità di una costituzione stravolta secondo i principi di Berlusconi. In questa terza legislatura il dittatore di Arcore coadiuvato dai nuovi fascisti verdi ha cambiato strategia: si comporta come se la costituzione non esistesse. Come nella favola di Andersen, I vestiti nuovi dell'imperatore, nella quale alcuni imbroglioni facendo leva sulla vanità dell'imperatore lo convincono a farsi un vestito con una stoffa inesistente (non visibile al popolino), il cavaliere fa dichiarazioni, minacce, proclami come se la Costituzione non esistesse e lui fosse il padrone e l'unico responabile delle sorti del paese. Per tutto il mese di Agosto, fino ad ieri, abbiamo sentito parlare di andare a nuove elezioni (subito, in autunno, in primavera, in agosto, .. ecc.) come se fossero Berlusconi o Bossi a decidere di indire nuove elezioni. In realtà il processo è completamente diverso e soprattutto l'unico che può decidere se interrompere la legislatura e andare al voto altri non è che il Presidente della Repubblica attraverso una serie di passaggi previsti appunto dalla costituzione stessa. I passaggi sono i seguenti: sfiducia al governo da parte del parlamento, dimissioni di Berlusconi (per inciso questa è l'unica cosa che può fare ... tutto il resto non dipende da lui), consultazioni del Presidente della Repubblica che potrebbe anche decidere di dare un incarico governativo a qualche altro personaggio politico, eventuale scioglimento delle camere qualora il Presidente si rendesse conto della impossibilità di dare vita ad un governo che possa avere la fiducia del parlamento. Questo è l'iter per arrivare a nuove elezioni, un iter nel quale Berlusconi, Bossi o chi per loro possono decidere ben poco o niente. Ma gli italiani ormai hanno perso qualunque capacità di analisi autonoma ed alla pari dei sudditi beoti del vanitoso imperatore credono che la Costituzione sia ormai una riminiscenza di un passato ormai morto e sepolto.

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