venerdì 24 novembre 2023

Il governo patriarcale della Meloni: inasprimento delle pene in ogni settore ... rimane fuori chi ferma un treno per prendere la propria auto

 


Questo governo è campione di decreti e disegni di legge emanati all'impronta all'indomani di eventi tragici. L'esordio fu il decreto antirave, seguito poi dal decreto Cutro che fu da apripista ad almeno altri 3/4 decreti per contrastare l'immigrazione, ultimamente è arrivato il decreto sicurezza per rispondere alle lamentele di qualche milanese derubato del portafoglio alla stazione di Milano, infine l'ultimo in ordine di tempo è il disegno di legge approvato in Senato ieri contro la violenza sulle donne spuntato sull'onda dell'ennesimo femminicidio, quello di Giulia. Tutti questi provvedimenti hanno un denominatore comune: aumento di pene e introduzione di nuovi reati che serviranno solo all'ingolfamento delle aule di tribunale. Nessun provvedimento da un anno a questa parte prevede un intervento strutturale per contrastare violenza, furti e femminicidi. Ma questo è ciò che sa fare la destra che ha nel proprio DNA proprio questo aspetto: dare vita ad uno stato di polizia senza incidere sulle cause che determinano tali fenomeni. Una linea di azione che si ritrova anche nella manovra economica: tutti interventi spot della durata di un anno senza garanzie per azioni strutturali.

Ieri tutti hanno festeggiato per l'approvazione immediata ed all'unanimità del disegno Roccella che altro non fa che seguire la solita linea del governo Meloni: aumenta la pena di qua, aumenta la pena di là, introduci un nuovo reato ma niente che lasci intravedere un progetto concreto per contrastare il fenomeno del femminicidio. Anzi questo governo, il primo a guida di una donna, può senz'altro definirsi un governo contro le donne più di ogni altro fra quelli della breve storia della repubblica italiana. Mettendo da parte le dichiarazioni piene di retorica della Meloni, che dichiara il suo impegno a perseguire questo tipo di reato fino alla sua scomparsa (questa volta non ha citato il globo terracqueo), i fatti dimostrano altro.

- Meloni si circonda nel governo e in posti strategici di parenti, amici e figli degli amici a dimostrazione che il patriarcato non è una questione di genere ma di funzioni

- Appena insediata Meloni emana un provvedimento di stampo maschilista a patriarcale: ordina di chiamarla IL presidente del consiglio in barba alla lingua italiana.

- Nella manovra finanziaria colpisce oltre ai lavoratori anche le donne con aumento dell'Iva per prodotti per l'igiene intima e per i neonati, sussidi alle donne ma con almeno due figli ribadendo un concetto cardine del patriarcato: la principale funzione della donna è fare figli.

- Ad una domanda della giornalista Gruber che chiedeva all'ospite di turno se la Meloni non fosse essa stessa vittima di una società patriarcale, Giorgia risponde pubblicando una foto privata con la figlia, lei, la madre e la nonna a dimostrazione delle difficoltà a rispondere ad una domanda politica.

- Infine LA presidente del consiglio che si vantava di portare il merito come principio guida in Italia, difende a spada tratta il cognato, ministro Lollobrigida, che addirittura fa fermare un treno freccia rossa in una stazione non prevista come fermata per scendere e poter proseguire il viaggio nella sua auto blu.

Il disegno di lecce Roccella non servirà a niente e le opposizioni, votando a favore, hanno perso l'occasione per tentare di introdurre qualche contenuto in un provvedimento intriso della solita retorica di destra secondo la quale ai reati si risponde solo con l'inasprimento delle pene. Il femminicidio è il risultato di una società malata per la cui cura non basta un disegno di legge ma ci vorrebbe un'analisi seria priva di ideologia politica sulle motivazioni che portano a commettere questi reati per poi apportare i necessari correttivi. Ma il primo correttivo sarebbe una diversa classe politica ormai incapace di confrontarsi, incapace di dialogare, incapace di rappresentare una società complessa.

(Segui anche la pagina Facebook del blog)

Nessun commento: