mercoledì 3 marzo 2021

Il cambiamento: ognuno fa come caxxo gli pare

 


Dopo le belle parole, "il governo dei migliori" "non ci interessano le poltrone" "ora si cambia passo", arrivano i fatti e tutto torna come prima se non per certi versi peggio. 

La gestione dell'epidemia viene tolta di mano ad un dirigente e viene messa in mano da un generale dei carabinieri, come dire la figura più alta per una democrazia ed il generale che fa ? Può solo promettere e non può fare altro perché in campo vaccini siamo allo sbando e non solo per la mancanza delle dosi. Ad oggi le regioni hanno somministrato solo il 70% delle dosi consegnate, le altre 30%, circa 2.000.000, sono tenute lì al caldo .. ops pardon .. al freddo non si sa ad aspettare cosa. Le persone vaccinate a due mesi dall'inizio della campagna vaccinale sono un 1.5milioni scarse, di questo passo ci vorranno più o meno 7 anni per una parvenza di immunità di gregge.

Naturalmente sui vaccini si scatena la fantasia dei nostri politici e non solo di loro. Si va da un tweet di Matteo Salvini che mostra i ministri della Lega attorno un tavolo mentre la didascalia racconta che sono al lavoro per produrre i vaccini in Italia. E voi che pensavate che per produrre i vaccini servissero chissà quali macchinari mentre in realtà basta un tavolo, quattro sedie e qualche foglio di carta. Ma quella della produzione in Italia è una favola ricorrente: tutti ne parlano e nessuno fa niente anche perché nessuno sa da che parte iniziare. Intanto si scatena la fantasia: facciamo una dose sola poi faremo la seconda non si sa quanto, facciamo la prima dose di un tipo e la seconda di un altro per la serie due è meglio di uno, vacciniamo prima quelli o prima quegli altri e ognuno ha la sua teoria (i più a rischio, chi lavora, chi studia, chi produce ... anche qui la fantasia italiana non ha freni). Almeno Arcuri diceva le cose come stavano, il generale tace anche perché che cavolo ne sa di vaccini.

Mai più DPCM, era il mantra dei sostenitori della dittatura sanitaria. Detto fatto ed ecco che Draghi che fa ? Sforna DPCM in continuità con Conte, ma con una differenza sostanziale anzi due: il DPCM annunciato entrerà in vigore non nottetempo come faceva Conte ma dopo qualche giorno (in modo da dare tempo agli scellerati irresponsabili di andare a contagiarsi per le strade della città prima che siano chiusi bar e ristoranti), e il buon Draghi lascia metterci la faccia nientepopodimenoche alla Gelmini e lui se ne sta dietro le quinte non come il "dittatore" Conte che parlava a reti unificate per spiegare i provvedimenti. Tanto la ministra è abituata a sparare cavolate quindi non avrà problemi e poi che altra occasione avrebbe di comparire davanti alle telecamere se non per parlare di un provvedimento nel quale lei c'entra come il cavolo a merenda.

Nel frattempo continua il caos istituzionale esteso questa volta non solo alle regioni  ma a province e comuni. Il governo decide un provvedimento, la regione ne decide un altro (a questo eravamo già abituati) ed ora i comuni un altro ancora. Come nel caso delle Marche: la regione è arancione, la provincia di Ancona dichiarata rossa dalla regione, le scuole del Comune di Montemarciano che dovrebbero restare chiuse essendo la provincia rossa sono aperte per ordinanza del Comune. Per fortuna che non ci sono i consigli di quartiere altrimenti nella città rossa di una regione arancione avremmo anche vie e quartieri di colore diverso. 

Potremmo mai uscirne vivi in questo casino globale dove tutti parlano, tutti prendono provvedimenti ed il cittadino subisce oltre che, purtroppo, morire.

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