giovedì 22 ottobre 2015

L'incertezza della pena è l'unica certezza


I dibattiti politici (ammesso che si tratti davvero di politica) di questi giorni sono tutti incentrati sull'episodio del pensionato di Vaprio D'Adda che ha ucciso un ladro che tentava di entrare nella sua casa. Si tratta purtroppo di dibattiti nei quali ognuno cerca di sfruttare a proprio vantaggio il tragico episodio. Si va dal trasformare il pensionato in un eroe (Lega e fascisti di Fratelli d'Italia) con tanto di sbandieratori sotto la sua finestra al tradizionale scarico di responsabilità (Pd e Ncd) per quelli che governavano prima e non hanno fatto niente. Il tutto sulla pelle sia della vittima uccisa che del pensionato che ha sparato. Naturalmente tutti, chi più palesemente chi meno, contro il magistrato che ha incriminato l'uccisore per omicidio volontario senza analizzare nemmeno i pochi fatti che sono noti. Che altro poteva fare il magistrato se un uomo impugna una pistola spara un colpo e con quel colpo fa secco il ladro che fra l'altro sembra non fosse nemmeno entrato in casa ? Il magistrato non può sostitursi al giudice e non può che incriminare l'uccisore con quella imputazione in quanto difficile sostenere che l'intenzione non fosse quella di uccidere se si uccide con un solo colpo. Sarà poi il giudice durante il processo a stabilire eventualmente se fosse legittima difesa o se si trattasse veramente di volontà di uccidere, ma non può il magistrato sostituirsi in un colpo solo al giudice ed allo stesso processo. Ma naturalmente avventurarsi in un'analisi come questa non porta voti a nessuno a partire dalla Lega che proprio sul questo campo di battaglia ottiene purtroppo consensi da parte dei cittadini che vedono comunque l'impotenza delle forze dell'ordine. Un'impotenza causata da vari fattori non ultimo la mancanza di mezzi sia economici che di personale in virtù di tagli effettauati da tutti coloro che si sono succeduti alla guida del paese. Oltre alla cronica mancanza di mezzi poi ci si deve scontrare con una giustizia che fa acqua da tutte le parti a causa di leggi incomprensibili e soprattutto interpretabili in un modo e nell'esatto contrario. Giustizia che, quando arriva ad un provvedimento, incappa nelle difficoltà di far rispettare il provvedimento stesso. E' appunto il caso del giovane albanese ucciso dal pensionato che era stato espulso qualche anno fa dal nostro paese ma che, nonostante il provvedimento di espulsione, circolava liberamente non si sa da quanto tempo. Questo è l'altro male cronico della giustizia italiana: l'incertezza della pena. Un problema difficile da risolvere se gli stessi politici si fanno le leggi e poi cercano in ogni modo di eluderle. Avete presente la legge Severino ? Per quella legge il presidente della regione Campania ed il sindaco di Napoli sarebbero dovuti decadere dalla loro carica a causa di una condanna in primo grado, ma entrambi hanno trovato la strada traversa per eludere la legge e continuare a svolgere il loro mandato. Se la stessa politica non rispetta la legge e fa in modo che non venga applcata, difficile poi invocare la certezza della pena da parte ancora una volta dalla legge. In questo caos politico una forza come la Lega che appoggia il ricorrere alle armi per difendersi trasformando il paese in un Far West senza regole, riceve consensi occupando quegli spazi lasciati liberi da una politica seria e responsabile che ormai è diventata merce rara se non introvabile.

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