venerdì 9 ottobre 2015

Il rottamatore .... della democrazia colpisce ancora


Diciamolo chiaramente: in qualsiasi altro paese serio Marino sarebbe già stato costretto ad andare a casa sia per essersi fatto trovare fuori Roma in occasioni di eventi che avrebbero richiesto la sua presenza in qualità di sindaco, sia per aver usato la carta di credito del Comune dichiarando il falso per un paio di cene. In una paese dove un ministro viene mandato a casa per aver copiato la tesi di dottorato figuriamoci se Marino avrebbe potuto resistere tanto. Detto questo però che venga costretto, dopo essere stato democraticamente eletto, a dimettersi da chi governa senza essere passato attraverso le elezioni è quanto meno singolare e soprattutto pericoloso. Ed è tanto più pericoloso se si collega questo ultimo episodio a tutto l'operato di Renzi da quando è diventato presidente del consiglio. Mettiamo insieme tutto e non si può osservare che la democrazia quella vera è in forte pericolo forse ancora maggiormente che nel periodo berlusconiano. 
  • Il parlamento che di questa legislatura che si appresta a modificare la costituzione, a parte i giochetti politici, è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale e decenza avrebbe voluto che si fosse dimesso il giorno dopo la sentenza della Corte.
  • L'attuale presidente del consiglio, dopo aver gridato ai quattro venti, che lui non avrebbe mai occupato quella carica senza passare dalle elezioni, nel giro di un paio di mesi fa il colpo di mano e pugnala il governo Letta insediandosi sulla poltrona più prestigiosa.
  • Si fa finta di cancellare le province che in realtà rimangono e l'unico taglio è stato fatto ai cittadini che non eleggono più i consiglieri regionali.
  • Si elimina il bicameralismo perfetto ma si mantiene il Senato togliendo ai cittadini il voto per eleggere questo secondo ramo del parlamento che mantiene comunque compiti importanti.
  • Si confeziona una legge elettorale che alla fine costringerà il cittadino a scegliere fra due partiti consegnando il paese totalmente ad una singola formazione politica che quasi certamente non rappresenterà la maggioranza del paese. Senza poi contare che continueranno ad essere i partiti a scegliere chi mandare in parlamento e non certo gli elettori.
  • Si continua a tenere in parlamento, nel governo e nelle istituzioni locali personaggi che sono inquisiti, indagati, o peggio ancora condannati anche contro le leggi che il parlamento stesso ha emanato (il caso De Luca in campania è emblematico).
Come ultimo atto in questo uccisione nemmeno tanto lenta della democrazia, il Partito Democratico il cui segretario è anche capo del governo, si prende il lusso di sfiduciare un sindaco eletto democraticamente dai cittadini e che forse ha dimostrato di non essere del tutto all'altezza del compito, che ha commesso un peccato veniale rispetto a quelli commessi da altri personaggi appoggiati a tutto campo dal partito stesso, ma che purtroppo non sta simpatico al capo supremo di Firenze.
Mettiamo in fila tutti questi fatti e sfido chiunque a sostenere che la demcrazia non è stata assassinata da questo governo e da questo partito, che per assurdo ha nel suo nome il termine democratico, e che alla fine dell'opera ci ritroveremo una bella mattina con uno stato "controriformato" e un paese nel quale il cittadino conterà quanto il due di coppe quando briscola è bastoni o, per chi non conosce le carte napoletante, il due di cuori quando briscola è picche.

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