martedì 13 ottobre 2015

La vera riforma costituzionale è quella non scritta






La riforma della Costituzione è così approvata in un Senato semivuoto che rappresenta a pieno titolo quanto la politica sia scaduta in questi oltre 65 anni di storia della repubblica. D'altra parte nel clima politico che si è instaurato nel paese dall'avvento di Berlusconi in poi era difficile aspettarsi altro. E l'ex cavaliere non è certo l'unico responsabile di questo clima, a vario titolo lo sono tutti dall Movimento 5 Stelle arrivato in parlamento sulla spinta dei famosi Vaffa-Day (un manifesto politico che parla da solo) fino ad arrivare a Renzi ed il Pd che "costringono" il parlamento ad approvare una riforma voluta esclusivamente da un uomo. Da questo clima è uscita una modifica alla costituzione che piuttosto che una riforma sembra essere una vera e propria controriforma. Ma andando oltre il testo scritto, confuso, contradditorio e soprattutto che taglia pezzi sostanziali della democrazia, l'aspetto più inquietante è pericoloso sta nel fatto che, insieme alla nuova legge elettorale, questa riforma di fatto trasforma la nostra repubblica parlamentare nella quale il governo è fiduciato dal parlamento, in una repubblica a nomina diretta del capo del governo. Il tutto senza che questa sia scritto nella Costituzione che su questo aspetto non è stata minimamente toccata. L'Italicum prevede infatti uno spropositato premio di maggioranza da assegnare al partito che vince le elezioni e che di fatto quindi si troverà padrone incontrastato di tutte le istituzioni con il proprio segretario nominato premier. L'unico contrappeso poteva rimanere il Senato se questo fosse rimasto elettivo, ma con la riforma appena approvata l'elezione del senato da parte degli elettori è stata cancellata o almeno rimane in forte dubbio a causa di un articolo, il 2, che afferma un principio e poi in un comma afferma un principio in pieno contrasto. Insomma un pasticcio, ma quello che è peggio ... un pasticcio voluto. Ed ora ... ? Ed ora l'ultima parola rimane ai cittadini che si spera non si facciano irretire dalla parlantina di Renzi e dalle sue fandonie e rispediscano al mittente la riforma come fecero con quella del centro destra. D'altra parte sarebbe anche giusto per parcondicio: nel 2006 ad una riforma approvata dal esclusivamente dal centro destra gli elettori dissero di no, nel 2016 la riforma voluta solo da Renzi e soci dovrebbe subire lo stesso trattamento considerato che anche a livello di contenuti le due riforme non sono tanto distanti e stabilire quale sia la peggiore è un compito arduo.

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