Il governo di centro destra sta progressivamente spingendo il paese in quel baratro dove sono già cadute Grecia e Irlanda con conseguenze disastrose non solo per i paesi interessati ma per l'europa intera. Altro che le rivelazioni di Wikileaks, il vero disastro in Italia è la politica del governo Berlusconi che sta compiendo disastri non solo in campo economico. In qualsiasi settore sia intervenuto questo governo sono stati disastri e proteste da ogni parte del paese a conferma di quanto l'azione del governo stesso sia lontana dai bisogni reali del paese. In campo economico, quello che sta più a cuore dei cittadini italiani, la crisi economica non è stata contrastata in maniera adeguata causando un livello di disoccupazione, soprattutto fra i giovani, disastroso ed un aumento incontrollato del deficit pubblico. Nonostante i segnali di ripresa a livello mondiale, in Italia ancora non si è fuori dalla crisi i cui effetti si faranno sentire ancora per molto tempo con il rischio sempre più probabile di cadere nello stesso baratro in cui sono cadute Grecia ed Irlanda. Molti paesi, soprattutto europei, nella loro politica di rigore e di tagli hanno tenuto al di fuori il settore dell'istruzione, giustamente considerato un settore strategico per la ripresa e per lo sviluppo del paese. In Italia, dopo aver messo in crisi la scuola primaria e secondaria con tagli indiscriminati, ora si sta mettendo mano alla riforma dell'Università, una riforma che sta però causando una rprotesta senza precedenti e che è contrastata da tutto il mondo accademico. Il governo, incapace di far valere le proprie ragioni, è ricorso oggi al ricatto per bocca della ministra Gelmini la quale ha dichiarato che se la riforma non passa, saranno bloccati tutti i concorsi già pervisti per i docenti universitari. Nel settore della cultura, altro aspetto strategico per un paese ricco di storia come il nostro, le cose non vanno meglio ed agli innumerevoli e ormai quotidiani crolli di Pompei, si è aggiunto anche il suicidio di una grande regista come Mario Monicelli. Un ministro dei beni culturali che avesse un minimo di rispetto per il paese e per il suo patrimonio culturale, dopo questi tragici eventi, dovrebbe non dico suicidarsi (anche se forse sarebbe la soluzione più giusta) ma quanto meno dimettersi da un incarico nel quale ha dimostrato tutta la sua incapacità. Ed invece per salvare il ministro Bondi da una mozione di sfiducia che probabilmente avrebbe portato al suo allontanamento dal governo, si è preferito chiudere i lavori della Camera fino al 14 dicembre, giorno fatidico nel quale si approverà la legge finanziara per poi andare al voto di fiducia per il governo Berlusconi. A livello internazionale ormai l'Indagato del consiglio con i suoi comportamenti ci ha ridicolizzato agli occhi di tutto il mondo, come i rapporti dell'ambasciatore americano a Roma, resi noti da Wikileaks, hanno dimostrato ed oggi è dovuta intervenire Hillary Clinton per confermare l'amicizia e la stima degli Usa con il nostro Indagato del consiglio. Non poteva essere altrimenti, meglio un burattino a capo di un governo amico che un uomo che sia in grado realmente di governare. In questo caos di governo i nostri politici trovano ancora il tempo per strumentalizzare il suicidio di Mario Monicelli nella polemica fra gli strenui difensori della vita ed i sostenitori dell'autodeterminazione rispetto alla vita stessa quando questa procede in condizioni non più sostenibli per l'individuo stesso. Come se chi decide di porre fine alla propria esistenza (se di esistenza si può parlare nel caso per esempio di Emanuela Englaro) fosse contrario alla vita, ma sono concetti troppo complessi per certa classe politica.
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