Se la politica avesse voluto dare ancora prova di quanto sia distante dal paese reale, non avrebbe saputo fare di meglio di quanto sta facendo in questi giorni. Uno spettacolo indegno e squallido al quale nessuno si ribella se si esclude qualche timida protesta di Bersani. Mentre il Parlamento è chiuso in attesa del gran finale del 14 dicembre, senatori e deputati si stanno esercitando in un valzer infinito annunciando passaggi da un gruppo ad un altro, dando vita a nuove formazioni, a nuovi gruppi, a nuove correnti come dando vita ad una farsa tragicomica in barba ai cittadini che nel frattempo continuano a fare i conti con la crisi economica. Il tutto condito da dichiarazioni, richieste, proclami ognuna delle quali presenta aspetti comici, drammatici, assurdi. Tutti nessuno escluso si distinguono in questo esercizio per mettersi in mostra davanti al popolo che se avesse capacità di intendere e di volere avrebbe un'unica strada da percorrere: scendere in piazza e prendere a calci nel sedere deputati e senatori senza distinzione di sesso, di fede religiosa, di fede politica. E' difficile in questo momento a chi assegnare la palma del più ridicolo. Tutti coloro che hanno sempre chiamato in causa la costituzione, finiani e opposizione in genere, accusando l'Indagato di non rispettarla, oggi si dimenticano che la costituzione stessa sancisce che l'Italia è una democrazia parlamentare. Si chiedono a gran voce le dimissione del presidente del consiglio, ma perchè si dovrebbe dimettere chi nell'ultima votazione di fiducia ha avuto la più larga maggioranza che si sia mai registrata nella storia della nostra Repubblica ? L'unico modo per mandare a casa questo governo è il voto di sfiducia che sancisca la fine della maggioranza che ha vinto le ultime elezioni politiche, poi sarà il Presidente della Repubblica a decidere se sciogliere le camere o verificare l'esistenza di una nuova maggioranza. Percorso possibile e costituzionale in quanto la nostra carta costituzionale non prevede la elezione diretta del Capo del Governo, un incarico assgnato dal Presidente della Repubblica e sancito poi dal Parlamento. In questo gioco a chi le spara più grosse Fini e company si distinguono in maniera particolare in quanto chiedono le dimissioni di Berlusconi per poi dare vita ad un nuovo governo Berlusconi come se il problema di questa debacle del centro destra non dipendesse proprio dall'Indagato che in tutti i suoi governi ha pensato esclusivamente a se stesso appoggiato in questa sua politica ad personam dalla Lega in cambio del federalismo rovina Italia. Chi non chiede le dimissioni e difende il governo (Lega e Pdl) chiede elezioni subito in caso di sfiducia, dimenticando, come già detto, che l'unico che può decidere se andare al voto anticipato oppure no è appunto il Presidente della Repubblica. In questo caos istituzionale lo scandalo vero e prioprio è costituito dai parlamentari che cambiano bandiera giorno per giorno e che, in seguito a questi "ripensamenti" continui, dovrebbero fare l'unica cosa coerente che andrebbe fatta: dimettersi. A quale titolo per esempio un Rutelli siede ancora in parlamento dopo aver lasciato il PD, partito al quale apparteneva al momento delle elezioni, e aver fondato un nuovo partito che nessuno ha votato ? Stesso discorso naturalmente vale per Fini e per tutti coloro che in queste ora migrano da una formazione politica all'altra in nome proprio di quella costituzione che a parole tutti difendono ma che nessuno rispetta in tutti i suoi dettami.
venerdì 10 dicembre 2010
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