mercoledì 10 aprile 2024

Superbonus: l'ennesima ipocrisia del governo Meloni

 


Non è una novità nella politica italiana anzi piuttosto sta diventando una consuetudine: quando sei all'opposizione appoggi certi provvedimenti che poi combatti nel momento stesso in cui arrivi al governo. Si tratta di una pratica che tutti i politici italiani hanno più o meno utilizzato fino ad arrivare all'eccesso di questo ultimo anno nel quale la destra fascista della Meloni è arrivata al governo. Sono ormai innumerevoli i voltafaccia messi in campo dal governo sconfessando tutte le promesse elettorali: dal blocco navale per contrastare l'immigrazione, a temi più strettamente economici come il taglio delle accise sui carburanti. Forse però il voltafaccia più scandaloso è quello che riguarda il superbonus 110% e cioè quel provvedimento preso dal governo Conte 2 che ha consentito la ristrutturazione di abitazioni quasi totalmente a carico dello Stato. Un provvedimento preso in un momento di crisi particolare, come quello causato dalla pandemia da Covid, che però ha consentito al paese di seguire una ripresa immediata non appena il Covid ha allentato la presa. Un provvedimento sicuramente con molte falle e che avrebbe potuto essere scritto in maniera più adeguata ma sul quale TUTTI sono stati a fasi alterne d'accordo.
Nato nel maggio del 2020 il provvedimento è stato votato da M5S, PD, Italia Viva e Leu. Con la nascita del governo Draghi anche i partiti di destra che erano contrari nel 2020 sono diventati sostenitori del Superbonus nel 2021. In particolare  Forza Italia e La Lega si sono schierati a favore alla fine del 2021. Addirittura la Lega si è opposta ad una misura di buon senso del governo Draghi che voleva limitare l'accesso al Superbonus in virtù della ISEE per evitare di dare sussidi a chi in realtà non ne avrebbe avuto bisogno. Ma lo stesso partito della attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni si era schierato a difesa del Superbonus chiedendo nel 2021 una proroga addirittura fino al 2025 del provvedimento. Certo in quel periodo Fratelli d'Italia non immaginava di ritrovarsi a capo della coalizione di centro destra che avrebbe governato da lì ad un anno, quindi caldeggiare il Superbonus era semplicemente un atto di propaganda per rastrellare consensi. Significativa la dichiarazione di Fabio Rampelli nel febbraio 2022: "Tra i pochi disonesti che hanno lucrato sul 110, ci sono migliaia di aziende che invece hanno ricominciato a lavorare onestamente grazie al bonus".
Una volta arrivata al governo Giorgia Meloni forse si è resa conto che mantenere quel bonus avrebbe voluto dire impegnarsi a trovare le risorse per finanziarlo e quindi è stato molto più semplice mettere in scena l'ennesimo voltafaccia: bloccare il superbonus e portarlo a giustificazione di una politica economica restrittiva indicandolo come il male dei mali. Naturalmente per tamponare i buchi dovuti al superbonus, ma non solo, saranno necessari provvedimenti impopolari ma che per il momento sono taciuti per non "intaccare" il consenso in vista delle elezioni europee. Insomma cambiano gli attori ma rimane l'ipocrisia e l'inadeguatezza della politica italiana, che purtroppo provoca un unico e disastroso risultato: l'astensionismo.


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