mercoledì 25 maggio 2022

Reddito di cittadinanza: Renzi spara a salve

 


Il buon Matteo Renzi ci ha abituato nella su carriera politica alle sparate che poi nel migliore dei casi si sono risolte nel nulla, nel peggiore nell'esatto contrario di quanto andava blaterando. Sono ormai oggetto di studio le sue sparate sull'articolo 18 che non costituiva un problema salvo poi abolirlo appena arrivato al governo o le promesse di diretta tv nazionale sul suo presunto abbandono della politica se avesse perso il referendum. Oggi trova terreno fertile nello scagliarsi contro il Reddito di Cittadinanza con la clamorosa iniziativa della raccolta firme per un referendum abrogativo di quel provvedimento. Senza entrare nel merito del RdC voluto fortemente dal M5S, Renzi sa benissimo che quella iniziativa è solo un amo per i gonzi e magari raccattare qualche voto alle prossime elezioni politiche da parte del mondo imprenditoriale favorevole all'abolizione del RdC. Infatti il giovanotto lancerà la raccolta firme a partire dal 15 giugno prossimo quando sa benissimo che questa sua iniziativa, a causa proprio delle elezioni nel 2023, non potrà andare in porto se tutto andrà bene addirittura nel 2025. Tutto a causa di una legge, la 352 del 1970, che limita esclude la possibilità di convocare l'elettorato in prossimità di elezioni politiche.  Naturalmente però il solo annuncio ha fatto sì che tutti i Tg dessero ampio spazio all'ennesima bufala renziana portando il bullo di Rignano all'onore delle cronache. Renzi si prepara a tentare di non scomparire alle prossime elezioni e quindi si schiera con quell'ala neoliberale di destra presso la quale tenta di accasarsi per non rimanere senza poltrona alle prossime elezioni. Si può essere favorevoli o no al RdC che purtroppo è rimasto un provvedimento incompleto in quanto non accompagnato da politiche adeguate sul lavoro come d'altra parte avviene ormai da decenni nel nostro paese, ma avuto un merito: quello di consentire ai giovani di ribellarsi allo sfruttamento messo in atto a loro danno e agevolato fra l'altro dal famoso Jobs Act di renziana memoria (che nessuno ha avuto il coraggio di abolire o modificare). Chissà se ora Renzi si lancerà anche in una delle sue proverbiali promesse: se non aboliamo il RdC mi ritiro dalla vita pubblica ed emigro in Arabia Saudita a elargire chiacchiere.

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