giovedì 12 dicembre 2019

Quando sembrava tutto finito ... tornano le piazze


Quello che è accaduto in questo 2019, non solo in Italia, sembra un controrivoluzione, una ribellione alla tecnologia ed un ritorno al passato che diventa però di nuovo attuale. Quando tutti si imbarcavano in analisi socio-culturali-tecnologiche relative al predominio dei social con i quali siamo tutti connessi attraverso video e tastiere nelle più svariate forme rispetto alle forme di comunicazione e socializzazione più antiche, che prevedevano il contatto umano, ecco che la situazione si ribalta completamente e tornano ad essere protagonisti quei luoghi ormai deserti: le piazze. Tutto sembrava perduto, almeno per i ben informati e detrattori della tecnologia, e si descrivevano soprattutto i giovani ormai relegati a colloquiare e comunicare in maniera alienante ed ossessiva con il loro smartphone o al più con le loro tastiere lasciando da parte il famoso contatto umano. Certo dietro la propria tastiera, magari nascosti da uno falso nome o da uno pseudonimo spesso impersonale (corsaro55, napal76, etc.) tutti diventano capitani coraggiosi o addirittura condottieri di gruppi social costituitisi in pochi click ma formati da una schiera di nomi spesso sconosciuti e senza volto. Con questa tecnica si è addirittura formato un movimento politico arrivato anche la governo che, dopo una prima manifestazione di piazza, ha abbandonato la realtà vera per nascondersi dietro piattaforme surreali dove si discute (o si sragiona), addirittura si vota senza mai un confronto reale e serio fatto di faccia a faccia, tavole rotonde, assemblee con discussioni a viso aperto. Sarà un caso che proprio in questo anno nel quale sono tornate di moda le piazze anche quel movimento si sta sgretolando e sciogliendo come neve al sole ? Insomma quando tutti sembravamo relegati a starcene chiusi nelle nostre case con il nostro pc a incazzarci con i tweet deliranti di pseudo politici o pseudo giornalisti, scrivendo a nostra volta tweet, commenti e post che finivano nell'etere senza sapere se fossero mai letti (e soprattutto capiti) da qualcuno, qualcuno ha avuto l'idea di tornare in piazza. E subito l'iniziativa è piaciuta come se si trattasse di una novità (magari per i più giovani lo era veramente) e le piazze si sono riempite subito. Ci siamo ritrovati, giovani e meno giovani, a fianco a fianco, a guardarci negli occhi, non più a leggere tweet e post ma ad ascoltare parole vere pronunciate da persone vere che abbiamo avuto proprio davanti a noi. E non è accaduto solo in Italia, anzi forse l'Italia è l'ultima arrivata a riempire le piazze. C'è il movimento di Greta che manifesta in tutto il mondo, ci sono i Gilè Gialli con iniziative a volte discutibili, ci sono i ragazzi di Hong Kong, e ci sono le sardine. Insomma è tutto un fermento che non ha abbandonato i social ma li sta utilizzando in maniera diversa con l'obiettivo finale comunque di ritrovarsi uno vicino all'altro a far sentire una voce unica. Quindi tutto bene ? Beh è ancora presto ma per ora ci fermiamo qui con un'interrogativo per quanto riguarda il nostro paese: riuscirà questo movimento pacifico che si estende in maniera trasversale fra le varie componenti politiche ma anche da Nord a Sud in tutto il paese ha cambiare realmente le cose ? Questa è la domanda sulla quale iniziale a riflettere per evitare che anche le sardine si spengano o meglio affoghino come altri movimenti del passato fagocitate da una politica fagocitante.

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