mercoledì 7 marzo 2018

Tasse, reddito e voto



A volte l'analisi del voto è meno complessa di quanto si pensi, soprattutto per le elezioni politiche del 2018 nelle quali i partiti che si presentavano ai nastri di partenza hanno presentato proposte di governo misere, incentrate su regali di vario genere ma nessuna con un reale programma a medio e lungo termine. Se si aggiunge che il partito di maggioranza del govero uscente, il Partito Democratico, veniva da 5 anni costellati da un disastro dietro l'altro e soprattutto da una mutazione genetica che lo aveva portato da sinistra inesorabilmente al centro con punte verso destra, l'analisi è sicuramente più semplice e immediata. La distribuzione del voto poi non da adito a interpretazioni fantasiose. Nella prima immagine si vede la distribuzione del voto fra centro destra (blu), centro sinistra (rosso) e M5S giallo. Il centro destra prende il centro-nord con qualche macchia sparuta lasciata al centro sinistra, il M5S prende il sud con qualche macchia sparuta lasciata al centro destra. La seconda cartina mostra la distribuzione del reddito sulla base delle dichiarazione del 2017. Si va dal bianco giallino (reddito inferiore ai 12.000 euro) al rosso porpora (reddito superiore ai 56.000 euro). Confrontando le cartine della distribuzione del voto, con quella della distribuzione del reddito e con le proposte dei partiti e/o delle coalizioni non si può che arrivare ad una semplice conclusione: al Nord hanno scelto il centro destra per pagare meno tasse con la flat tax, al sud hanno scelto il M5S per potere avere una fonte di reddito anche senza il lavoro, al centro si sono suddivisi fra coloro che vorebbero pagare meno tasse e coloro che si sarebbero accontentati di una semplice cancellazione del canone rai. Questa analisi "semplicistica" ha fatto infuriare qualche meridionale in quanto si è sentito accusati di una scelta di comodo se non addirittura superficiale. In realtà la critica che sta sotto questo titpo di analisi riguarda la povertà dell'offerta messa in campo dalle varie formazioni politiche. Che cosa avrebbero dovuto scegliere al Sud ? La Lega che promette meno tasse e cancellazione della legge Fornero sulle pensioni quando al Sud a causa della mancanza di lavoro il problema delle tasse e della pensione non esiste ? E che cosa avrebbero dovuto scegliere al Nord dove notorioamente la qualità della vita è migliore e la disoccupazione è più bassa che nel resto del paese ? Non potevano certo scegliere chi promette un reddito anche senza lavoro quanto piuttosto coloro che promettevano di far pagare tasse uguali per tutte indipendentemente dal reddito, sembra una scelta logica. Questo ritengo sia il motivo principale della distribuzione del voto, al netto del problema immigrazione, al nord più sentito perché il nord è sicuramente meno solidale rispetto al Sud. Se ci fosse stato un partito o un movimento che avesse presentato un "vero e proprio" progetto per il lavoro e di contrasto alla disoccupazione allora si sarebbe potuto fare un'analisi diversa, ma questo progetto e/o programma nessuno lo ha presentato. Sulla base allora delle promesse elettorali analisi più dettagliate sono semplicemente degli esercizi teorici che alla fine, nella pratica, non possono essere che ricondotte alle due offerte scelte dagli elettori: meno tasse per chi lavora e un reddito per chi il lavoro non ce l'ha.

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