martedì 15 marzo 2016

Pd, Forza Italia, Lega, M5S: i rottamatori della democrazia


Quando Veltroni e company dietero vita al Pd l'unico aspetto positivo fu l'introduzione dell'istituto delle primarie per la scelta del sgretario o del candidato premier. In effetti quale miglior strategia democratica che far scegliere agli iscritti del partito il loro segretario o il loro candidato per le elezioni politiche. Poi venne Renzi e tutto fu stravolto. Al grido di "per vincere dobbiamo prendere i voti a destra" tanto fece e tanto brigò che riuscì a far aprire le primarie a chiunque e non solo agli iscritti del partito che le organizzava e così divento segretario del Partito Democratico. Sarebbe come se l'amministratore delegato di un'azienda fosse scelto non solo dal consiglio di amministrazione dell'azienda stessa ma da chiunque altro consigliere di qualsiasi altra azienda anche concorrente. Fu l'inizio dell fine per le primarie e per il partito stesso già nato su delle fondamenta poco stabili. Il più grande partito della sinistra europea, il partito comunista, già minato dalla trasformazione in Partito Democratico con soggetti totalmente opposto e mai conciliabili fra loro, diventò anche terra di conquista per chiunque anche allo svolgersi di qualsiasi tornata di elezioni primarie. Dalla elezione di Renzi a segretario ad ogni turno delle primarie ci sono stati scandali a ripetizione: dalle file di extracomunitari assoldati per votare fino ai voti comprati da personaggi più  meno raccomandabili. Ogni volta però, a parte una volta a Napoli quando le primarie furono annullate, il partito interviene dichiarando che tutto è stato regolare nonostante prove anche evidenti come i filmati di recente memoria. Insomma il partito che nel suo nome ha il termine democratico in pratica ha rottamato lo stesso strumento principe della democrazia: dare la parola al popolo. Gli altri, partiti di destra e M5S, invidiosi di questo primato del Pd di Renzi non sono stati da meno ed hanno approfittato delle amministrative che si svolgeranno in diverse grandi città per contribuire anche loro alla eleiminazione diretta della democrazia stessa. Forza Italia organizza a Roma una consultazione "burlesca" per eleggere il candidato sindaco Bertolaso. C'è un solo candidato e quindi o vai a votare quello o non si sa che cosa tu vada a fare. Anche in questo caso può andare chiunque e, udite udite, Bertolaso ha avuto oltre il 97% di preferenze, ora la domanda è:" quel 3% che non ha votato Bertolaso che ci è andato a fare ? Alla fine della storia l'utilizzo delle primarie più corretto è quello del Movimento 5 Stesse che consente il voto solo agli iscritti al movimento. Certo il candidato in questo caso è investito con un centinaio di voti ma almeno "dovrebbero" essere certi e sicuri. Purtroppo poi anche il M5S non è voluto essere da meno del Pd e di Forza Italia e la candidata uscita dalle consultazioni di Milano è stata talmente vessata per il suo aspetto fisico, anche dagli stessi grillini con in testa il loro santone Beppe Grillo, da essere costretta a ritirare la propria candidatura alle prossime consultazioni. Insomma per un milanese, un romano, un napoletano che abbia a cuore la democrazia e la propria città sarà complicato esprimere il proprio voto, una specie di antipasto di ciò che accadrà alle prossime elezioni politiche del 2018, sempre che si svolgano.

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