venerdì 27 novembre 2015

La lotta al terrorismo è diventata un videogioco


Nonostante i morti, nonostante la corsa al bombardamento indiscriminato, nonostante le dichiarazioni le bandiere gli inni e i funerali dove tutti si commuovono, è difficile dare credito alla presunta lotta al terrorismo che il mondo occidentale sta mettendo in atto dove i fatti di Parigi. I paesi più rampanti, guidati dalla Francia la più direttamente colpita, si stanno preparando ad affiancare Hollande nei bombardamenti sul territorio siriano. Qui dovranno fare i conti anche con Turchia e Russia che oltre a bombardare i ribelli contro il regime di Assad, si sparano fra loro nei cieli al confine appunto fra Turchia e Siria. Insomma una specie di tiro incrociato degno di qualche scena comico dove i buoni circondano i cattivi e poi sparano senza rendersi conto che le vittime sono loro stessi. In questa corsa inconsulta agli armamenti c'è poi l'Italia, che se non fosse per la tragica situazione e per la commozione ed il rispetto dovuto ad una delle vittime di Parigi, scatenerebbe davvero un'iralità senza limiti. Si va da provvedimenti come quello di un sindaco del nord che vieta alle donne mussulmane di andare in giro per la città con il volto coperto, mettendo in atto in pratica un copia e incolla di un divieto che già esiste nella legislazione italiana e che quindi si tratta di un'ordinanza che non ha alcun effetto, fino ad arrivare ad una vera e propria impennata dei servizi di intelligence italiani: intercettare le playstation. Una strategia che si affianca alla proposta di Renzi di qualche giorno fa e cioè quella di taggare i terroristi sui social, insomma mentre gli altri vanno in guerra armati fino ai denti, noi siamo nel bel mezzo di un videogame virtuale e giochiamo alla lotta del terrorismo. Intendiamoci anche chi mette in atto una guerra indiscriminata di fatto sta giocando, purtroppo un gioco più pericoloso il cui prezzo sarà pagato in termini di vite umane ed un gioco il cui risultato finale, la storia insegna, non sarà certo la sconfitta ma bensì l'alimentazione del terrorismo. Da sottolineare poi come nel nostro paese si cambi allegramente parere e strategia a seconda delle condizioni al contorno, a dimostrazione che chi governa il paese non ha un progetto, non ha un obiettivo ma naviga a vista e cambia rotta a seconda delle situazioni e, purtroppo, a seconda della propria convenienza. Negli ultimi mesi le intercettazioni sono diventate, per la classe politica italiana, una specie di male da estirpare il prima possibile per evitare che le malefatte dei politici italiani siano portate alla luce. Ora invece le stesse intercettazioni diventano uno strumento "indispensabile" per la lotta al terrorismo ma si va a battere un terreno ancora incontaminato, quello dei videogiochi. Forse la questione tornerà a galla quando alla prossima partita di FIFA Game fra Orfini e Renzi gli stessi saranno "casualmente" intercettati ed allora anche le play diventeranno off limits. La verità è che la lotta al terrorismo non esiste, si può solo decidere di non crearlo, quando si prenderà questa strada il terrorismo scomparirà, ma forse non è una strada che il genere umano è capace di prendere e seguire.

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