giovedì 6 giugno 2024

Le due Italie: quella reale e quella raccontata dalla politica


Dal primo governo Berlusconi ad oggi il nostro paese mostra sempre due facce: quella raccontata dalla politica che esalta fino al ridicolo i propri provvedimenti e quella reale vissuta dai cittadini che non trova riscontro nella narrazione di coloro che governano il paese. Purtroppo è una situazione che ha visto protagonisti tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese negli ultimi 30 anni fino ad arrivare all'esasperazione di questi ultimi anni.
Berlusconi è stato l'antidesignano di questa strategia politica pubblicizzando le sue presunte riforme, soprattutto quelle della giustizia, delle quali però ha avuto cognizione solo lui stesso tenendosi lontano dalle indagini della magistratura, evitando condanne grazie alle continue prescrizioni, fino ad arrivare all'ultimo atto nel quale finalmente la giustizia ha avuto la meglio. Sinceramente però Berlusconi aveva come fine il suo unico beneficio senza mettere in campo l'intera situazione del paese come bandiera delle presunte riforme mancate.
Poi qualcosa è cambiato con Matteo Renzi. Il buon giovanotto di Rignano tutt'ora porta come esempio dell'attività di governo la sua riforma del lavoro, il famigerato Jobs Act, raccontando che quella riforma ha portato un aumento dell'occupazione senza precedenti. In realtà, come molti lavoratori hanno sperimentato sulla propria pelle, quella riforma ha causato effetti disastrosi che si scontrano con l'entusiasmo renziano. Il primo effetto è stata la cancellazione del lavoro a tempo indeterminato causato dalla cancellazione dello Statuto dei lavoratori e dell'articolo 18 liberalizzando il licenziamento. Quello è stato l'inizio del disastro del mercato del lavoro i cui effetti si possono toccare con mano anche oggi. Il boom dell'occupazione che si registra in questi mesi è dovuto soprattutto la fatto che, grazie alla flessibilità introdotta con il Jobs Act, oggi si conta come occupata anche una persona che lavora per qualche giorno al mese con tanto di contratto. La narrazione renziana, che ancora Matteo Renzi porta come fiore all'occhiello, è completamente diversa e di segno opposto a quanto si registra nel mercato del lavoro.
Ancora più scandaloso è stata poi l'uscita del primo governo giallo-verde quando Di Maio, dal terrazzino di Palazzo Chigi, dopo aver approvato la prima legge finanziaria, si affacciò urlando ai quattro venti di aver abolito la povertà. Purtroppo abbiamo potuto toccare con mano che la povertà non solo non è stata abolita ma anzi ha ripreso vigore e non solo a causa dei mancati effetti del reddito di cittadinanza di grillina memoria. Il reddito di cittadinanza, pur essendo stato un buon provvedimento, non poteva funzionare in quanto si trattava esclusivamente di un bonus senza però creare le uniche condizioni che avrebbero potuto davvero combattere la povertà: il lavoro e soprattutto dei buoni stipendi e salari.
In questi giorni stiamo poi assistendo all'apoteosi di questa narrazione della politica rispetto alle reali condizioni del paese. Il governo Meloni in questa settimana ha provveduto a "risolvere" un altro paio di problemi ormai cronici: la cancellazione delle liste di attesa nella sanità e l'immigrazione clandestina. Naturalmente il racconto del governo è diverso da quella che sarà la realtà. Le liste di attesa saranno cancellate con un altro Cup (Centro Unico Prenotazione) nazionale che provvederà a creare un ulteriore lista di attesa per accedere poi alla lista di attesa finale. Altra soluzione è quella di effettuare esami e visite il sabato e la domenica in modo che, coloro che lavoreranno durante queste due giornate della settimana, avranno poi diritto ai loro giorni di riposo magari il lunedì ed il martedì e quindi saremo punto e a capo.  Per l'immigrazione invece il problema sarà risolto mandando gli immigrati che sbarcano in Italia per un mesetto in Albania e dopo saranno ancora cavoli nostri, dopo però aver sborsato ogni anno circa 1 miliardo di euro all'Albania.  Tutti provvedimenti ancora una volta sbandierati come risolutivi di altrettanti problemi salvo poi scoprire che i suddetti problemi saranno aggravati e non risolti.

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