mercoledì 26 agosto 2015

La repubblica della telegattocrazia




La battuta di Matteo Renzi davanti al popolo di Comunione e Liberazione ("Non è che devi votare tante volte perché ci sia più democrazia, quello è il Telegatto") è quanto di peggio il presidente del consiglio potesse dire per difendere quell'obbrobrio che passa sotto il nome di riforma costituzionale. D'altra parte quella battuta è il frutto della sua formazione culturale, nata con la ruota della fortuna, e proseguita da politicante di bassa lega che ha raggiunto la poltrona più prestigiosa grazie, da una parte alla sua forza comunicativa, ma dall'altra al vuoto culturale, sociale, politico di una parte significativa del paese frutto del potere mediatico del suo predecessore. L'opera distruttrice berlusconiana di questo ventennio, agevolata dall'incosistenza della sinistra, hanno portato alla cancellazione delle ideologie e dei partiti, fondamento della democrazia, per congenare il paese a colui che le spara più grosse. Berlusconi, Renzi, Grillo, Salvini sono il frutto di questo periodo storico: personaggi che sparano parole d'ordine e/o proclami raramente seguiti poi da progetti concreti che conducano alla realizzazione delle loro sparate. Le sparate di solito sono di grande effetto ma allo stesso tempo indicative della carenza della mancanza totale di quella personalità, di quella cultura, di quel progetto di società che fanno di un politico uno statista. Da Berlusconi a Renzi in realtà qualcosa è cambiato ma in peggio: il primo sparava ma poi non faceva limitandosi a curare i propri interessi giudiziari con leggi e leggi pro-domo sua, il secondo invece, purtroppo, qualcosa riesce a fare ma con politiche che niente hanno a che vedere con la sinistra, parola della quale si fregia sia lui che il suo carrozzone politico, il Partito democratico. La riforma del Senato, alla quale era rivolta l'infelice battuta di ieri, è una delle porcate messe in atto da Renzi che, annunci pirotecnici a parte, non abolisce il bicameralismo ma si limita a togliere il voto ai cittadini per un ramo del parlamento che avrà ancora compiti importanti. Questa riforma, affiancata dalla nuova legge elettorale denominata Italicum, consegnerà il paese ad un partito di minoranza il cui leader controllerà tutto come in una specie di dittatura democratica: parlamento, governo, Quirinale, Corte Costituzionale e Csm. Nessuno avrà modo di contrastare il partito vincitore delle elezioni grazie ad un premio di maggioranza che darà il controllo della Camera dei deputati ed all'abolizione del Senato elettivo. L'accenno al Telegatto di Renzi visto alla luce di queste riforme non è casuale: per gli italiani ci sarà più democrazia nello scegliere i vincitori di questo concorso ideato delle televisioni dell'ex cavaliere (ma guarda un pò che casualità) che per eleggere i propri rappresentanti politici ed i propri governanti. A meno che il popolo non trovi uno scatto di reni e quando si tratterà di votare per il referendum che sancisca queste controriforme non le spedisca al mittente ..... ma personalmente nutro molti dubbi in merito.

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