mercoledì 17 giugno 2015

Il parolaio matto


E' stata sufficiente un piccola, anche se significativa, sconfitta elettorale a far impazzire il giovanotto venuto da Firenze. Fino ad ora, pur essendo arrivato al governo senza un test elettorale, ad esclusione della farsa delle primarie del partito democratico, ha usato il successo delle elezioni europee (successo anche questo inficiato dall'astensionismo al 40%) per portare avanti riforme contro le quali si sono scagliati tutti, compresa una parte del suo partito. Ora che sono arrivate le elezioni regionali e amministrative in alcuni comuni ed il Partito Democratico ha perso un pò di voti ed alcuni caposaldi (Liguria, Veneto, Venezia, Arezzo, etc.) vicendo in altre appoggiandosi a personaggi inquisiti (Campania), ecco che lo sbruffone va in paranoia e continua cone le sue mitragliate verbali sparando contro tutti, anche contro se stesso. Addirittura paventa di tornare al Renzi 1.0 dopo essere passato dal Renzi 2.0 (qualcuno si è reso conto di questo passaggio ?), nemmeno la Microsoft di Bill Gates ha mai osato tanto tornando indietro ad una versione precedente del suo "famigerato" sistema operativo. Il problema sta nel fatto che la furia del Renzi pensiero si scaglia contro le aspettative di migliaia di precari della scuola che passano di giorno in giorno dalle stalle alle stelle, poi di nuovo alle stalle e poi non si sa ancora dove. Una specie di punizione per il risultato delle ultime amministrative nelle quali in diversi analisti hanno visto il voto punitivo degli insegnanti. Poi spara contro un suo sindaco, Marino, che di certo con la situazione che si è creata a Roma con le inchieste di mafia capitale si trova, suo malgrado, a gestire un comune nel quale non si può fidare di nessuno ma scagliarsi contro l'incolpevole sindaco è un indice della confusione nella quale si trova Matteo Renzi. Blocca la riforma della scuola, consiglia a Marino di lasciare il comune di Roma, ha un piano B per gli immigrati ... e meno male, o peccato a seconda dei punti di vista, che l'Italicum è già stato approvato altrimenti tornerebbe indietro anche su quello considerato che se si andasse oggi a votare potrebbe perrdere il ballottaggio con il M5S. Poi se la prende anche con le primarie, le uniche elezioni alle quali ha partecipato direttamente vincendole, ma ora non vanno più bene nemmeno quelle perché chi le vince poi prende batoste alle elezioni alle quali partecipa (a meno che non sia un inquisito ma questo è un altro discorso). Naturalmente la responsabilità di questa caporetto non se la prende lui ma l'appioppa direttamente all'opposizione interna del Pd che lo contrasta in tutte le sue riforme, l'apoteosi della follia e della superbia. Insomma dopo aver scacciato il compagno ... ops scusate ... l'amico di partito Letta dal governo per tirare fuori il paese dal fango e dal pantano, Renzi si ritrova impantanato a tal punto che non sa che pesci pigliare: andare dritto rischiando di andare alle elezioni e perderle o trovare compromessi per sopravvivere fino al 2018. La vicenda De Luca propende per questa seconda ipotesi ma anche quello che sta accadendo a Roma probabilmente va in questa direzione .... d'altra parte gli elettori non hanno saputo dare una vera svolta alla situazione politica preferendo l'astensione al voto.

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