venerdì 26 giugno 2015

Chi governa il paese ? ... La magistratura

Dice: "Bisogna riformare la giustizia". E chi non è favorevole a questa riforma ? Tutti. Il problema è che significa riformare e che cosa riformare. Per il cittadino comune il problema è semplice. Gli interventi da fare sono due: meno leggi più semplici e più chiare, tempi e pene certe. Giobbe Covatta direbbe: "Basta poco che ce vo'...". Ce vo', ce vo' eccome se ce vo'. Impresa impossibile o quasi perché a riformare la giustizia dovrebbe essere la politica e la politica attuale in Italia soffre di due problemucci che la rendono inadueguata a ricoprire il ruolo del riformatore. Il primo problema è che il politico italiano, quello che dovrebbe rendere più efficiente il sistema giudiziario italiano, per una buona percentuale è un soggetto che ha problemi egli stesso con la giustizia, come minimo è indagato, come massimo ha già subito qualche condanna definitiva passando per condanne di primo o secondo grado. Insomma è un soggetto che ha tutto l'interesse che la magistratura non funzioni, e poiché l'italiano medio per prima cosa guarda a se stesso, anche il politico italiano agisce di consequenza e si guarda bene da mettere mano in maniera definitiva al sistema giudiziario. Il secondo problema deriva dalla manifesta incompetenza e scarsa professionalità nel compiere il proprio mestiere del politico stesso: quello di emanare leggi. Negli ultimi tempi si assiste ad interventi continui della corte costituzionale a bocciare leggi emanate dal parlamento: dalla legge elettorale, al provvedimento sulla fecondazione assistita, agli interventi economici su pensionati e dipendenti pubblici e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare della politica che emana leggi e poi essa stessa fa di tutto per sottrarsi a quelle leggi come l'ultimo caso della legge Severino. Sull'onda della corruzione dilagante quella legge fu scritta per combattere, si fa per direm la corruzione dei politici con il "falso" intento di bloccarne la carriera politica appunto. Poi la stessa politica fa di tutto per sottrarsi a questa tagliola addirittura candidando il politico che poi non potrebbe ricoprire quel ruolo (De Luca in Campania) oppure impegnandosi a salvare il politico caduto in quelle maglie della legge che poi si sono rivelate talmante larghe da far passare di tutto. Poi la legge, la Severino, è talmante scritta con i piedi per buttare fumo negli occhi al cittadino, da rendere sufficiente che un giudice si impegni poco poco per renedere vani i provvedimenti presi in virtù di quella legge, caso De Magistris. Insomma alla fine il governo del paese è in mano alla magistratura secondo il seguente schema: il parlamento emana una legge scritta con i piedi, la magistratura interviene e riscrive di fatto la legge. Un circolo che potrebbe diventare vizioso perché la politica spesso nel riscrivere la legge commette più o meno gli stessi errori e presto probabilmente lo vedremo con la legge elettorale. Quanto mi piacerebbe leggere il giudizio degli storici fra 100 anni su questo periodo della storia del nostro paese. 

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