mercoledì 24 gennaio 2024

La marcia su Roma è iniziata: obiettivo smembrare l'Italia per giustificare l'uomo forte al comando


 

Chi ha una certa età ricorda gli anni in cui è comparsa la Lega che poi fu portata al governo da Berlusconi per la prima volta nel 1993. Parlavano di muri, di secessione, di dividere l'Italia e in molti sorridevano a questa alzate di ingegno soprattutto a quelle di Calderoli quando andava in giro con un maiale o quando nell'ultimo governo del cavaliere per semplificare la legge italiana bruciava copie della Gazzetta Ufficiale davanti a Montecitorio. Già una volta avevano provato con la riforma approvata ieri dal Senato ma il loro scellerato progetto fu bocciato dal referendum popolare. Oggi ci riprovano mentre sono al governo con i fascisti della Meloni che con questa riforma dal suo slogan Dio, Patria e Famiglia cancella anche la Patria dopo aver cancellato la Famiglia (che fra l'altro nel senso che intende lei non ha mai avuto). Un'altra delle sue giravolte con le quali ha raggirato e raggira il proprio elettorato. Mentre però alcune delle altre giravolte sono state un bene per il paese (abbandonare il blocco navale, rimanere in Europa e nell'euro) questa è una di quelle che avrà conseguenze disastrose per la Repubblica Italiana. 

L'autonomia differenziale approvata ieri dal Senato cancellerà lo Stato come lo intendiamo ora per dare vita a 23 staterelli, le attuali regioni, che si potranno occupare di 23 materie a loro scelta. La materie vanno dalla sanità, già di pertinenza regionale ed il disastro lo abbiamo toccato con mano durante la pandemia, all'istruzione, all'istruzione compresa l'Università, all'ambiente, ai beni culturali, alla sicurezza, all'energia, ai rapporti con l'Europa. Un caos totale in quanto ogni singola regione potrà decidere di cosa occuparsi per cui magari 10 regioni decidono di gestire l'Università mentre per le altre 13 se ne dovrà occupare lo Stato, oppure tutte decidono di gestire i rapporti con l'Europa che si troverà non più lo Stato Italiano come interlocutore ma 23 piccoli staterelli. L'Italia sarà cancellata, la Costituzione dovrà essere riscritta. Il disegno della Meloni però è diabolico e non si ferma qui. Per gestire uno stato allo sbando come quello che uscirà da questa riforma dell'autonomia differenziata, sarà necessario un governo forte con un uomo forte al comando. Ecco il premierato di Giorgia Meloni. Il presidente del consiglio eletto di cittadini con un parlamento nel quale il partito del premier riceverà un premio di maggioranza per arrivare al 53%. L'uomo forte potrà governare indisturbato senza intralci tra i piedi compreso quello dell'unica istituzione che ha funzionato dagli anni 90 in poi: il Presidente della Repubblica. Il quadro si completa alla faccia di coloro che ancora sostengono che non c'è un pericolo di ritorno al fascismo. Il nuovo stato che uscirà da queste due riforme sarà un nuovo fascismo eletto democraticamente, nel quale il caos generato da 23 staterelli sarà governato da un capo che avrà a suo servizio il Parlamento. Il cerchio di questo scambio di riforme sulla pelle dei cittadini si chiude con la riforma della giustizia. Questo argomento è lasciato a Forza Italia che tenterà di portare a casa una riforma per assoggettare la giustizia al potere politico.

L'ultima speranza molto labile sta nel popolo e negli eventuali referendum costituzionali che dovranno approvare queste scellerate riforme, ma l'opposizione al momento non sembra attrezzata per organizzare le barricate necessarie a fronteggiare il percorso di accerchiamento allo stato democratico messo in atto dal FdI, Lega e FI. I cittadini dal canto loro hanno scelto per una grande maggioranza di disertare le urne consentendo di fatto ad una minoranza eversiva di governare il paese. 

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