martedì 20 settembre 2022

Ma davvero gli italiani vogliono un'altra marcia su Roma dopo 100 anni ?


 

A distanza di 100 anni da quel giorno tragico, il 28 ottobre del 1922, nel quale Mussolini ed i fascisti presero il potere in Italia, fra pochi giorni l'Italia rischia di cadere ancora nelle mani degli eredi di quel nefasto colpo di stato. Certo le modalità sono diverse ma non meno pericolose perché il 25 settembre ci sarà di mezzo un voto democratico ma che rischia di consegnare il paese al partito post-fascista del terzo millennio. E' inspiegabile come questo partito, Fratelli d'Italia, possa ottenere un consenso tale da mandare al governo un personaggio, Giorgia Meloni, che non nasconde la sua tendenza fascista e che ha come riferimento in europa regimi come quello ungherese e polacco. Non basta il voto di protesta contro chi ha governato in questi anni per giustificare un pericoloso ritorno al passato con il rischio di rimanere isolati a livello internazionale ma anche e soprattutto di vedere persi alcuni diritti conquistati con sacrifici non indifferenti.

Rimane poi il fatto che se volessimo solo analizzare la proposta di Giorgia Meloni e del suo partito rimane difficile comunque capire come si possa oggi nel 2022 mandare al governo una simile formazione politica. Nonostante che la leader di Forza Italia abbia mitigato i t oni utilizzati nei comizi in Spagna, il suo programma rimane una minaccia non da poco per il paese. Ecco alcuni punti essenziali.

GIUSTIZIA. “Serve una riforma della giustizia più coraggiosa” ha detto. “Strapotere delle correnti da correggere. Dovremmo procedere con sorteggio. Poi separazione delle carriere, accelerare i processi e poi certezza della pena. Sono garantista durante il processo, ma giustizialista nella fase di esecuzione della pena”. Sostanzialmente siamo tornati indietro di almeno 20 anni alle famose leggi ad personam di Berlusconi, la Meloni porta avanti la stessa strategia dell'ex cavaliere. D'altra parte la Giorgia che per alcuni rappresenta il nuovo ha votato in parlamento che Ruby era la nipote di Mubarak.

LAVORO E DISUGUAGLIANZE. “Il salario minimo non serve perché il problema sono le tasse troppo alte”. Eh no cara Giorgia una cosa è il salario un'altra cosa sono le tasse che in Italia sono certamente alte ma abbassare le tasse, non certo con la flat tax che aumenta le disuguaglianza sociali, non significa aumentare gli stipendi come qualcuno a destra sostiene. Il salario minimo è una misura di civiltà per evitare che i giovani siano sfruttati al limite della schiavitù, ma naturalmente ad una fascista la schiavitù non dispiace più di tanto.

IMMIGRAZIONE. E qui arriviamo al piatto forte della destra e di FdI. Da qualche settimana la Meloni ha abbandonato l'idea improponibile e inattuabile del blocco navale ma, a conferma che di nuovo nella sua proposta non c'è niente, è tornata a "Missione europea per trattare con la Libia per impedire alle barche di partire, aprire hotspot in Africa, valutare chi ha diritto in Africa e poi distribuirli in Europa”. Tentativi già sperimentati in ultimo proprio da Minniti ministro del Pd che per qualche mese hanno funzionato permettendo a Salvini di farsi bello con la diminuzione degli sbarchi, ma che sappiamo benissimo non risolvere il problema. Promette rimpatri di massa che non potranno mai essere attuati sia per gli accordi da stipulare sia per i costi. Il fenomeno dell'immigrazione è un fenomeno che nessun paese può risolvere da solo tanto meno può farlo l'Italia in mano ad anni ad una classe politica che non vede oltre le prossime elezione. Serve un cambio totale del modello di sviluppo planetario che non può più affidarsi al capitalismo il cui credo è lo sfruttamento del prossimo e dei paesi ricchi di materie prime ma poveri culturalmente e socialmente.

PNRR. Parla di revisione del piano PNRR quando ormai il piano è nella sua fase attuativa finale per cui o si realizza quanto previsto o non si hanno i fondi, non ci sono più spazi per modifiche o revisione. Fra l'altro non dice in che modo effettuare questa revisione e che cosa dovrebbe riguardare con il rischio molto probabile di vedere persi i fondi che l'Italia dovrebbe ancora ricevere. Naturalmente se fosse per la Meloni oggi quei fondi non ci sarebbero ed allora si che l'Italia sarebbe in un baratro senza fondo.

ECONOMIA. Qui silenzio assoluto perché non si va oltre al "Prima gli italiani" come se gli altri paesi giocassero ad affondare il paese. Lei come tutti gli altri sa benissimo che spazi per manovre economiche strabilianti non ce ne sono per il nostro paese ormai legato a doppio file con le economie degli altri paesi europei e mondiali. Non ci saranno manovre ad effetto.

DIRITTI CIVILI. Anche in questo settore vita dura per il paese a cominciare dalla donne. Le avvisaglie ci sono state già nelle due regioni che da un anno sono amministrate da FdI: il primo passo è stato quello di mettere il bastone fra le ruote alla legge 194 sul diritto di aborto. Nelle Marche e in Umbria per esempio l'accesso all'aborto utilizzando una metodologia meno cruenta come quella dell'uso della pillola abortiva è stata negata per cui è necessario addirittura un ricovero di tre giorni mentre in tutto il paese è possibile praticarla in regime di day hospital. La Meloni parla di "Diritto alle donne a non abortire" come se ci fosse una legge che obbliga all'aborto, il diritto a non abortire è da sempre a disposizione delle donne, è quello di abortire che sarà un diritto più in pericolo di quanto non lo sia già adesso a causa di una legge che consente a dei medici di non rispettare la legge stessa.

Ora cambiare qualora si pensi che chi ha governato non sia stato all'altezza è naturalmente legittimo e doveroso ma quando già ci sono segnali che il cambiamento sarà in peggio allora è puro masochismo.

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