mercoledì 27 marzo 2024

L'ultima follia della politica italiana: il ponte sullo stretto


Il panorama attuale


Il panorama come sarà

Da qualche mese sui social, in particolare Facebook, c'è un grande fiorire di pagine propagandistiche sull'ultima follia della politica italiana ed in particolare di Matteo Salvini: la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina. Tutte pagine fuorvianti che, oltre a dare notizie tecniche sul progetto, pubblicano immagini inesistenti realizzate con l'ausilio dell'Intelligenza Artificiale dalle quali si potrebbe credere che l'opera sia già stata realizzata. Il bello è che sotto ogni post di queste pagine ci sono fiori di commenti entusiasti, spesso lasciati da profili fake, che trasmettono un sentimento comune di approvazione di questa opera controversa. Lasciando da parte gli aspetti tecnici ingegneristici sui quali potrebbero dibattere solo gli esperti, sono gli aspetti pratici, ambientali ed economici che lasciano perplessi e dubbiosi sull'utilità finale di una simile opera faraonica.
Ambiente. Dal punto di vista ambientale sarà una catastrofe per un ambiente unico nel suo genere come lo stretto di Messina a partire dall'aera dei laghetti di Ganzirri dalla parte siciliana. Oltre a cacciare dalle proprie abitazioni oltre 2000 persone, che giustamente sono già sul piede di guerra, discutibili saranno gli effetti pro ambiente decantati dal ministro delle infrastrutture. Se davvero il ponte sarà realmente utilizzato per ammortizzarne i costi si dovrebbero avere circa 100mila passaggi al giorno mentre attualmente il traffico pendolare si aggira intorno ai 10-15mila al massimo. Qualora tutto il traffico pendolare attuale si riversasse dall'utilizzo dei traghetti all'utilizzo del ponte dal punto di vista ambientale sarebbe un vero e proprio disastro proprio nel momento in cui si sta cercando in tutti i modi di disincentivare la circolazione di autoveicoli.
Economia. L'intera opera dovrebbe costare circa 15 miliardi, per ammortizzare i quali sarebbero necessari circa 30 anni ipotizzando un traffico di 100mila passaggi al giorno con un pedaggio di importi non trascurabili. Ma siamo sicuri poi che sia così vantaggioso per un automobilista, che parte anche solo dal centro Italia, arrivare a Reggio e, dopo un viaggio di circa 6-8 ore, utilizzare il ponte per risparmiare più o meno circa 30 minuti di traversata ? Quindici miliardi per un risparmio di 30 minuti sembra un onere eccessivo. Senza tenere conto del fatto che già prima della sua costruzione sono previsti un numero considerevole di giorni di chiusura nell'arco di un anno a causa delle condizioni atmosferiche avverse, in particolare il vento. Quindi i traghetti non potranno essere dismessi a meno di creare ingorghi paurosi in presenza di raffiche di vento che potrebbero provocare oscillazioni di qualche metro.
Trasporti. Altro punto controverso è il trasporto ferroviario. Non esiste nessun ponte a campata unica come quello previsto sullo stretto che ospiti una linea ferroviaria ad alta velocità. Sia per il vento come detto in precedenza, ma anche per il dissesto ambientale che si provocherà per costruire le necessarie infrastrutture. La linea ferroviaria dovrà infatti innalzarsi di 70 metri per raggiungere l'altezza del ponte e, per consentire ai treni di arrivare ad una simile altezza per poi ridiscendere, sarà necessario costruire delle galleria sia dalla parte di Reggio che da quella di Messina devastando appunto il territorio limitrofo. L'imbocco di queste gallerie dovrà essere molto lontano dal ponte stesso. Costruire quelle torri di 400 metri più alte delle colline circostanti muovendo tonnellate di roccia sarà un vero e proprio disastro.
Progetto. Il progetto in se stesso è vecchio di anni mentre alle osservazioni fatte, circa 64 criticità, si vorrebbe rispondere in solo pochi mesi. Qualcosa non torna. Soprattutto perché si sta costruendo un'opera che impatterà sulla vita delle generazioni future. La follia Salviniana prevede di iniziare l'opera addirittura entro l'estate per poterla sbandierare alle prossime elezioni europee ma nel frattempo nemmeno le discussioni preliminari (conferenza dei servizi, impatto ambientale, espropri, etc.) sono iniziate. Importante però è fare propaganda come se il ponte fosse pronto domani o magari già realizzato.

Il sospetto, non tanto velato, è che ancora una volta il Ponte sullo stretto venga utilizzato come pura propaganda politica, ma questa volta rispetto alle altre (Berlusconi) si va avanti senza un reale contrasto da parte delle opposizioni che subiscono passivamente la propaganda della Lega e di tutto il governo. Si parla di sviluppo che sarà agevolato dal ponte, ma se l'economia di un paese è legata alla costruzione di un ponte significa che il paese è proprio messo male: le grandi opere devono assecondare lo sviluppo non possono crearlo.



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