domenica 20 agosto 2023

Come prendere per il culo i cittadini e vivere felici


Dopo le sparate del ministro Lollobrigida sulla razza, sulla sostituzione etnica e sul ceppo italico, ora arrivano le esternazioni di un altro "cervellone" del governo Meloni. Le sue esternazioni sono più pesanti in quanto vanno a toccare purtroppo direttamente le tasche degli italiani. A dire il vero è una vecchia storia tutta italica: quella dei rincari dei carburanti nel mese di agosto quando i consumi aumentano a causa degli spostamenti dei vacanzieri. Quest'anno però gli aumenti arrivano quando al governo c'è una destra che nella campagna elettorale aveva promesso a ripromesso la cancellazione delle accise (le varie tasse introdotte sui carburanti per finanziare determinate emergenze a partire dalla guerra in Etiopia), ma quando Meloni e soci (Salvini) si sono trovati al governo come primo provvedimento hanno reintrodotti proprio quelle accise che il governo Draghi aveva cancellato. Risultato: dall'inizio dell'anno un incremento di circa 30 centesimi che è andato via via aumentando. L'unica soluzione trovata dal governo e dal ministro Urso, un'altra mensa eccelsa della destra, è stata quella della esposizione del prezzo medio alle stazioni di servizio. Risultato: dal 1 agosto, data di entrata in vigore di questa esposizione, aumento di un ulteriore 3/4% dei carburanti. Un aumento che è continuato fino ad arrivare a superare i prezzi che avevano indotto Draghi a sospendere alcune accise. 

Il ministro Urso in questi giorni ha sparato una serie di cazzate una dietro l'altro fino ad arrivare all'ultima presa  per i fondelli di tutto il paese. "I soldi delle accise servono per le famiglie e per finanziare il taglio del cuneo fiscale". Detto in parole semplici: con l'aumento del prezzo dei carburanti lo Stato incassa più soldi che utilizzerà per finanziare il taglio delle tasse sul lavoro. Quindi i lavoratori, e non tutti, pagheranno meno tasse e si ritroveranno in busta paga circa 50/100 euro di aumenti che però verseranno allo stato per andare in vacanza o semplicemente spostarsi con la propria auto. Quindi si tratta di una semplice partita di giro però con gli interessi: lo stato mette 50/100 euro nelle buste paga di alcune categorie di lavoratori che però riversano, con gli interessi, allo Stato sia per il costo dei carburanti che per l'aumento dei prezzi dei beni alimentari. Un bel giochetto raffinato di non facile comprensione

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