mercoledì 21 aprile 2021

La politica del frullatore

 


La politica italiana anche in tempi di pandemia trova il tempo di occuparsi di qualsiasi problema si affaccia nella vita quotidiana di un paese sempre più impazzito e non solo a causa del virus che da più di un anno imperversa su tutto il pianeta. Si va dal comico che ha portato il movimento da lui creato a governare il paese (e questo fatto già la dice lunga sull'affidabilità del sistema Italia) e che vaneggia in un video per il figlio accusato di stupro, alle gesta di un presidente di calcio che nel giro di 48 ore annuncia un supercampionato riservato ai ricchi (che coincidono anche con i più indebitati) salvo poi tornare sui suoi passi causa la rivolta dei tifosi di mezza europa, per arrivare alle solite bizze del sempre verde Matteo Salvini da poco tornato al governo. E tutto finisce in parlamento e nel tritatutto della politica italiana. 

Il buon Grillo va fuori di testa per il figlio presunto stupratore ma invece di rivolgersi alla magistratura con le prove che dovrebbero discolpare l'accusato, si esibisce alla sua maniera in un video vaneggiate e per certi versi squallido nei contenuti. Occasione troppo ghiotta per qualche politico che prende la palla al balzo per mettersi in mostra e ribattere ai vaneggiamenti del comico con altri vaneggiamenti fino a portare la vicenda in parlamento. Qualcuno chiede addirittura al Movimento 5 Stelle di fornire spiegazioni per prendere le distanze dalle esternazioni del comico e naturalmente nel M5S c'è qualcuno che risponde (il buon Crimi) cadendo nel tranello. Naturalmente in questa vicenda nessuno si occupa della ragazza oggetto del presunto stupro se non per additare il ritardo nella denuncia (avvenuta ben 8 giorni dopo il fatto) ma per esempio nessuno si chiede come mai Grillo sbotta solo ora dopo due anni da quell'episodio. Come al solito si urla, si pubblicano video, si fanno polemiche gratuite, ma non si affronta la questione per il verso giusto lasciando alla magistratura il compito di emettere la propria sentenze magari fornendo tutti gli elementi necessari. Ma si sa l'arte dell'urlo è tipica di Grillo.

Il parlamento però si dovrebbe occupare anche di un'altra questione vitale per il paese, una questione che fortunatamente si sgonfia da sola in meno di 48 ore altrimenti ne avremmo viste delle belle. Andrea Agnelli, presidente della Juventus, annuncia l'avvio della Superlega un campionato di calcio fra 20 grandi club europei (Italia, Spagna, Inghilterra, Germania, Francia) al di fuori dalla Fifa e dall'Uefa. Agnelli si dimette da tutte le cariche ricoperte per diventare il vicepresidente di questa SuperLega con Perez del Real Madrid presidente. Le reazioni delle leghe nazionali sono immediate e contrarie: fuori dai campionati nazionali i club che parteciperanno alla SuperLega e fuori dalle rispettive nazionali i giocatori che accetteranno di giocare in questo campionato. Gli stessi tifosi delle varie squadre protestano. Dopo 24 ore si sfilano i club inglesi (Chelsea, Liverpool e Manchester), poi si defilano francesi e tedeschi, l'ultima a defilarsi è l'Inter ed alla fine Agnelli chiude il progetto. Naturalmente già si erano allertati i politici italiani con Draghi in testa dimostrandosi contrari al progetto e se non fosse saltato tutto la vicenda sarebbe arrivata in parlamento. Risultato: le azioni della Juve che lunedì erano balzate a +17%, oggi crollano. E Andre Agnelli ? Si dimette da presidente della Juve ... penserà qualcuno ... no ci mancherebbe per così poco.

E veniamo alla politica ed alla pandemia. Il virus in Italia sembra allentare la presa e il buon Matteo Salvini, nonostante faccia parte del governo, torna all'attacco. Aprire qui, aprire là, aprire sopra, aprire sotto. Draghi resiste salvo poi cedere e dal 26 si inizia ad aprire (che qualcuno ce la mandi buona). Ed allora il buon Salvini che vede togliersi di mano un elemento di polemica, si attacca all'orario del coprifuoco: portarlo dalle 22 alle 23. Se per caso Draghi cede state certi che il Matteo verde chiederà di arrivare alle 23.30 e così via. Nel frattempo il generale gira l'Italia regione per regione in tuta mimetica e con tanto di cappello con la penna, chissà se il virus si impressiona.

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