martedì 24 dicembre 2019

La politica indifferente alle protesta pacifiche



Dopo due mesi di piazze riempite come non accadeva da decenni, si può stilare un primo bilancio e concludere che al momento la politica italiana non si è resa conto del malessere che percorre la società civile del paese. Nessuno, a parte qualche caso isolato e personale, dei partiti che attualmente compongono il panorama politico italiano ha mostrato la minima sensibilità a questo movimento di protesta ed ognuno ha continuato per la sua strada. I comportamenti essenziali che dimostrano questa impermeabilità alla protesta sono diversi.

Lega e M5S per esempio confermano la più radicata delle tradizioni di tutti partiti dell'arco costituzionale che consiste nel cambiare il proprio pensiero a seconda che si faccia parte della maggioranza o dell'opposizione. La Lega per esempio, in occasione dell'approvazione della legge di bilancio, accusa il governo della mancanza del dibattito parlamentare e del ricorso alla fiducia chiedendo addirittura l'intervento del Presidente della Repubblica. Ma quanto accaduto in questi giorni non è altro che la replica di quanto accaduto nel dicembre scorso quando la Lega era al governo ed a lamentarsi era il Pd che si trovava all'opposizione. Il M5S dal canto suo cambia totalmente atteggiamento nei riguardi della richiesta della magistratura di processare Matteo Salvini per sequestro di persona relativo al caso della nave Gregoretti. In questo caso il M5S voterà a favore mentre nell'analogo caso della nave Diciotti voto contro essendo la Lega l'alleato di governo.
Che dire poi dei cambiamenti di casacca che questa volta coinvolgono parlamentari del M5S, il movimento che doveva rappresentare il cambiamento della politica italiana e che invece, appena arrivato al governo, si è perfettamente integrato nel malcostume della politica italiana. Una tradizione, quella del passaggio da un partito all'altro nel corso della legislatura o addirittura della creazione di una nuova formazione questa davvero non votata da nessuno, che rappresenta una delle peggiori abitudini della politica italiana giustificata da una cattiva interpretazione della Costituzione che giustamente non prevede il vincolo di mandato. Chi è sceso in piazza in questi mesi lo ha fatto anche per chiedere una maggiore correttezza e trasparenza nei comportamenti dei politici italiani che invece hanno totalmente disatteso questo richiamo ad una maggiore coerenza.
Le manifestazioni di piazza inoltre chiedevano e chiedono ai partiti ed ai loro leader di mettere da parte l'odio e la violenza, se pur verbale, per tornare ad una dialettica politica ed un confronto imperniato sulle idee e non sulla denigrazione dell'avversario politico. Per tutta risposta all'odiatore seriale, Matteo Salvini, si è aggiunto l'omonimo Matteo Renzi che tramite i suoi fan ed il suo nuovo partito Italia Viva ha massacrato il giornalista Formigli di Piazza Pulita colpevole di aver mandato in onda un servizio sulla fondazione del Matteo di Rignano e sui suoi intrallazzi per acquistare una casa da quasi un milione di euro. Il povero giornalista è stato messo alla gogna sui social dove è stato sottoposta ad un trattamento mafioso con pubblicazioni relative alla sua abitazione ed a particolari inquietanti e minacciosi. D'altra parte i due Matteo non hanno per caso lo stesso nome.
Ma non solo la politica è rimasta indifferente alle proteste di piazza, purtroppo anche la reazione dei cittadini non è stata del tutto positiva. Se infatti le piazze si sono riempite, d'altro canto, stando ai sondaggi, l'astensionismo è aumentato di circa 3 milioni di nuovi indecisi, a dimostrazione che non solo la politica non ha compreso il malessere che circola per il paese, ma anche una buona parte di cittadini con comprende che con l'astensione la situazione politica del paese non può che peggiorare. Ora la domanda è: saranno sufficienti manifestazioni pacifiche ha modificare la rotta di questa politica scellerata, priva di progetti e idee che vadano oltre il semplice consenso popolare ?

mercoledì 18 dicembre 2019

Toccherà ancora ai cittadini salvare la democrazia


L'ennesimo tentativo di modificare la Costituzione in versione antidemocratica dovrà anche questa volta passare attraverso il referendum costituzionale. Dopo i tentativi di Berlusconi prima e di Renzi poi di tagliare la democrazia, è arrivato il Movimento 5 Stelle che in nome del solito populismo in versione risparmio di spesa, ha varato, con la complicità di tutto il parlamento, il taglio del numero dei parlamentari sia in Senato che alla Camera. Di Maio e soci però, anche in questa occasione, hanno festeggiato prima del tempo. Dopo la sceneggiata dell'ottobre scorso nel giorno dell'approvazione definitiva della riforma messa in atto davanti a Montecitorio, ecco che oggi arriva la notizia che la riforma dovrà passare al vaglio del referendum popolare. Insomma dopo l'abolizione della povertà, la risoluzione della questione dell'Ilva, il buon Di Maio per ora mette a segno un altro flop. La tanto decantata riduzione dei parlamentari in realtà è una mera operazione di drastica rappresentanza democratica del parlamento in quanto si tratta di una riforma che riduce esclusivamente il numero di senatori e deputati senza essere accompagnata da una rivisitazione delle funzioni del parlamento. Anzi proprio questa rivisitazione avrebbe dovuto guidare la eventuale riduzione dei rappresentanti dei cittadini. Fatta in questo modo invece il tutto si riduce ad un dimezzamento di parlamentari che si tramuta in una drastica diminuzione di rappresentanza con una significativa percentuale di cittadini che non avranno rappresentanti nelle istituzioni. Per esempio si potevano portare le autonomie territoriali nel cuore del sistema di governo, rivedendo la struttura del Parlamento e adeguandone la composizione. Avere quindi per esempio una camera della autonomie a composizione ridotta ed una Camera dei deputati inalterata come rappresentanza del corpo elettorale. Per la questione del risparmio sarebbe stato sufficiente semplicemente ridurre lo stipendio del parlamentare senza nemmeno toccare la Costituzione. Si è scelta invece la strada di ridurre il numero dei rappresentanti dei cittadini in parlamento per occuparsi successivamente di legge elettorale ed eventuale correttivi per mitigare gli scompensi nel sistema parlamentare italiano conseguenti a questa riduzione. Ma in Italia sappiamo benissimo come vanno a finire questi impegni presi a posteriori. Insomma si tratta dell'ennesimo tentativo di riformare una Costituzione che in realtà andrebbe benissimo così come è ed il problema caso mai sarebbe piuttosto la sua completa attuazione piuttosto che la sua riforma in uno o più punti. Ma la classe politica di questa stagione politica, che prosegue da oltre 25 anni, si mostra ad ogni occasione inadeguata a qualsiasi riforma tesa a rendere più moderno ed efficiente un paese che ormai si distanzia sempre più dalle democrazie più evolute e moderne. Il rischio è che questa volta, sotto la spinta populista, la riforma possa superare il referendum in quanto quasi tutte le forze politiche sono favorevoli. Ed allora sarà davvero un primo passo pericoloso all'abbattimento della democrazia parlamentare che tanto sta sullo stomaco ai 5 stelle ed al suo fondatore.

giovedì 12 dicembre 2019

Quando sembrava tutto finito ... tornano le piazze


Quello che è accaduto in questo 2019, non solo in Italia, sembra un controrivoluzione, una ribellione alla tecnologia ed un ritorno al passato che diventa però di nuovo attuale. Quando tutti si imbarcavano in analisi socio-culturali-tecnologiche relative al predominio dei social con i quali siamo tutti connessi attraverso video e tastiere nelle più svariate forme rispetto alle forme di comunicazione e socializzazione più antiche, che prevedevano il contatto umano, ecco che la situazione si ribalta completamente e tornano ad essere protagonisti quei luoghi ormai deserti: le piazze. Tutto sembrava perduto, almeno per i ben informati e detrattori della tecnologia, e si descrivevano soprattutto i giovani ormai relegati a colloquiare e comunicare in maniera alienante ed ossessiva con il loro smartphone o al più con le loro tastiere lasciando da parte il famoso contatto umano. Certo dietro la propria tastiera, magari nascosti da uno falso nome o da uno pseudonimo spesso impersonale (corsaro55, napal76, etc.) tutti diventano capitani coraggiosi o addirittura condottieri di gruppi social costituitisi in pochi click ma formati da una schiera di nomi spesso sconosciuti e senza volto. Con questa tecnica si è addirittura formato un movimento politico arrivato anche la governo che, dopo una prima manifestazione di piazza, ha abbandonato la realtà vera per nascondersi dietro piattaforme surreali dove si discute (o si sragiona), addirittura si vota senza mai un confronto reale e serio fatto di faccia a faccia, tavole rotonde, assemblee con discussioni a viso aperto. Sarà un caso che proprio in questo anno nel quale sono tornate di moda le piazze anche quel movimento si sta sgretolando e sciogliendo come neve al sole ? Insomma quando tutti sembravamo relegati a starcene chiusi nelle nostre case con il nostro pc a incazzarci con i tweet deliranti di pseudo politici o pseudo giornalisti, scrivendo a nostra volta tweet, commenti e post che finivano nell'etere senza sapere se fossero mai letti (e soprattutto capiti) da qualcuno, qualcuno ha avuto l'idea di tornare in piazza. E subito l'iniziativa è piaciuta come se si trattasse di una novità (magari per i più giovani lo era veramente) e le piazze si sono riempite subito. Ci siamo ritrovati, giovani e meno giovani, a fianco a fianco, a guardarci negli occhi, non più a leggere tweet e post ma ad ascoltare parole vere pronunciate da persone vere che abbiamo avuto proprio davanti a noi. E non è accaduto solo in Italia, anzi forse l'Italia è l'ultima arrivata a riempire le piazze. C'è il movimento di Greta che manifesta in tutto il mondo, ci sono i Gilè Gialli con iniziative a volte discutibili, ci sono i ragazzi di Hong Kong, e ci sono le sardine. Insomma è tutto un fermento che non ha abbandonato i social ma li sta utilizzando in maniera diversa con l'obiettivo finale comunque di ritrovarsi uno vicino all'altro a far sentire una voce unica. Quindi tutto bene ? Beh è ancora presto ma per ora ci fermiamo qui con un'interrogativo per quanto riguarda il nostro paese: riuscirà questo movimento pacifico che si estende in maniera trasversale fra le varie componenti politiche ma anche da Nord a Sud in tutto il paese ha cambiare realmente le cose ? Questa è la domanda sulla quale iniziale a riflettere per evitare che anche le sardine si spengano o meglio affoghino come altri movimenti del passato fagocitate da una politica fagocitante.

venerdì 6 dicembre 2019

Appello ai media: liberateci da Salvini


I milioni di italiani che sono stufi delle sparate di Matteo Salvini e che quindi non lo seguono sui social, non hanno modo di evitare le bravate del leader leghista in quanto ha ad ogni sua esternazione giornali, radio, televisioni, siti web, personaggi più o meno famosi si impegnano per rilanciare i suoi allucinanti post e tweet. Non se ne viene fuori e l'unico modo sarebbe rifugiarsi su un'isola deserta irraggiungibile e qualsiasi tipo di segnale via etere o via cavo. Il Matteo verde, giustamente soprannominato il cazzaro (naturalmente verde), ne spara almeno una al giorno e sia che si tratti di argomenti seri (purtroppo anche su argomenti seri le sparate del cazzaro sono prive di senso e di sostanza) oppure di pure e semplici cazzate da far impallidire un adolescente, la risonanza dei media è impressionante e raggiunge ogni oasi sperduta del nostro paese. La notizia odierna è che il buon cazzaro verde non mangerà più Nutella perché la Ferrero usa per la famosa crema al cioccolato delle nocciole turche e quindi arrecherebbe danno agli agricoltori italiani. Povero senatore a cosa si è ridotto per attirare l'attenzione, però il suo bel risultato l'ha ottenuto in quanto alla sonora cazzata in tanti anni risposto, da Mentana per arrivare a Selvaggia Lucarelli per arrivare a Fiorella Mannoia. Ed allora si scopre che la Ferrero utilizza nocciole di vari paesi del Mediterraneo per un semplice motivo: le nocciole italiane non sarebbero sufficienti. Ma poi il buon Matteo verde perché se la prende con la Ferrero e per prendersela magari usa uno smartphone che di certo non è prodotto in Italia ed al suo interno non avrà niente di italiano. E poi Salvini lo sa che Ferrero ha 6000 dipendenti in Italia a cui quest’ anno riconosce un premio di 2000 euro, ha il 40 % di dipendenti donne, organizza stage per i figli dei dipendenti all’estero, un asilo nido e un’attenzione non proprio comune al welfare aziendale. E lui non trova di meglio che prendersela con le nocciole turche.
Povero Salvini bisogna capirlo. Ha dovuto abbandonare il suo cavallo di battaglia, l'immigrazione, perché l'attuale ministro dell'interno fa meglio di lui (57 ricollocazioni al mese contro le 10 di salviniana memoria). Non può approfondire l'argomento MES perché non saprebbe da dove iniziare oltre le dichiarazioni ad effetto ("Nottetempo i conti correnti degli italiani saranno prosciugati) che sono smentite dal semplice uomo della strada che abbia almeno letto una pagina di qualsiasi quotidiano serio. E domani sarà in piazza a pasturare i suoi fan proprio sul Mes .. ci sarà da ridere. Non gli rimane che buttarsi su materie più semplici ma anche su queste non va oltre l'applauso di quelle decine di persone che lo acclamano e che non riescono nemmeno a capire una pagina di testo di un sussidiario della terza elementare.
Ora un appello ai giornalisti, vips e chiunque sia colpito dalle "stronzate" salviniane: per favore non le rimbalzate sulle vostre pagine on line o pagine social, è come sparare sulla croce rossa e in questo modo non fate altro che raggiungere anche quei poveri milioni di italiani che tentano di stare lontano il più possibile dal cazzaro verde. Lasciatelo cuocere nel proprio brodo.

lunedì 2 dicembre 2019

Il Mes: ennesima occasione per litigare e non far capire niente


Quando si deve parlare di Europa, qualunque sia il problema, l'argomento o l'accordo da raggiungere, per Salvini e la Meloni è comunque un'ottima occasione per sollevare un polverone oltre il quale non far capire niente. Il dubbio, che è quasi una certezza, è che anche entrambi non capiscano niente del problema che stanno trattando e che usino qualunque pretesto per fare cagnara e per non dire apertamente quale sia il loro reale obiettivo: uscire dall'Europa e dall'euro. Lega e Fratelli d'Italia non vanno oltre le accuse al governo che "minaccerebbe i risparmi degli italiani" o che starebbe facendo accordi sul "sangue degli italiani". Poveri italiani presi per la giacchetta e citati da qualsiasi leader (Salvini, Meloni, Di Maio, Renzi) come se tutto il paese fosse con ognuno di loro e come se ognuno di loro facesse esclusivamente il bene del paese. Ma qualcuno ha per caso ascoltato qualche parola accessibile a tutti "gli italiani" che consentisse loro di capire il significato delle accuse rivolte al governo dall'opposizione ? Qualche italiano medio ha potuto farsi un'idea dei vantaggi (sostenuti dal governo) e dei rischi (sostenuti dall'opposizione) che si nascondono dietro questo accordo sul così detto Fondo Salva Stati ? No dalle bocche dei politici tutti non è uscita alcuna parola che fosse utile al cittadino per capire le ragioni dell'una e dell'altra parte. Tutti in questa vicenda stanno dando vita ad un gioco molto sporco. I più ipocriti e bugiardi sono la Lega, per bocca di Salvini, ed il M5S, per bocca di Di Maio, che hanno gestito la trattativa fino al giugno scorso senza sollevare obiezioni insormontabili o scatenare la gazzarra di questi giorni in nome di un presunto tradimento del Presidente del Consiglio Conte. Ora entrambi, dopo sei mesi durante i quali non si sono occupati del problema, improvvisamente si svegliano. Il leader leghista sempre troppo impegnato a pasturare con bufale i suoi sostenitori senza svolgere come dovrebbe il suo incarico di senatore ora di ministro prima. Il signor "Prima di Tutto" incapace e inadeguato a svolgere qualsiasi incarico istituzionale e sconfessato anche dai sostenitori del Movimento 5 Stelle. Oggi i tre protagonisti, Conte Di Maio Salvini, hanno fornito l'ennesimo spettacolo squallido all'interno del parlamento. Conte, che tenta di sfilarsi dalle accuse salviniane a sfondo propagandistico-elettorale, accusa Salvini di ignoranza del problema per mandare un messaggio allo scettico dell'ultima ora che gli sedeva a fianco, Luigi Di Maio. Luigi Di Maio che non apre bocca, non fa un cenno di assenso, non applaude mai per arrivare a non presentarsi in Senato dove lo aspettava l'ex alleato di governo. Oltre che inadeguato un vero e proprio vigliacco. Ed ora tutto rimandato alla prossima settimana quando ci sarà il voto del parlamento nell'ultimo giorno utile prima del voto europeo. Ecco una vicenda che, comunque la si pensi sul famigerato Fondo Salva Stati, mostra la solita politica italiana che ormai da anni appare guidata da personaggi inadeguati a governare un paese.